Il mio canto libero – Festival del Lavoro: dai Consulenti lezioni di realismo

Bollettino ADAPT 27 giugno 2022, n. 25
 
Si è svolta a Bologna la nuova edizione del Festival annualmente promosso dal Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro e dalla loro Fondazione Studi.
 
Nel momento in cui la diffusa insicurezza della società fa riemergere le vecchie tentazioni ideologiche nella stessa attività governativa, i Consulenti hanno riproposto il loro metodo pragmatico frutto del vissuto quotidiano a fianco delle imprese di piccola e medio-piccola dimensione. Queste non sono in grado di dotarsi di strutture interne per la direzione del personale e perciò si avvalgono della consulenza esterna non solo per la corretta gestione dei rapporti di lavoro ma anche per garantirsi una efficiente selezione dei collaboratori secondo le più funzionali tipologie contrattuali ed altre funzioni come i percorsi di carriera o la formazione.
 
Non è un caso che la Fondazione Studi abbia dedicato il suo approfondimento di base per i dibattiti del Festival al “lavoro che c’è e ai lavoratori che non ci sono”. Forse per la prima volta è apparsa necessaria una indagine sulle tensioni lavorative dal lato dell’offerta, ovvero sul crescente mismatching tra le competenze cercate e quelle disponibili come sul difficile reperimento anche dei lavoratori “servili” di bassa qualifica e remunerazione. Ne sono conseguite riflessioni sul salario minimo e sulle politiche attive che non possono più avvalersi dei “repertori” delle professioni e dei “cataloghi” della formazione. Si è infatti esaurita ogni forma di standardizzazione tanto della domanda quanto della offerta di lavoro per cui il collocamento deve diventare mirato, personalizzato sulla originalità di ogni impresa e di ogni lavoratore. Non vi è più giustificazione per intermediari autoreferenziali che solo una sana competizione tra soggetti, pubblici, privati e privato-sociali può condurre a superare.
 
La ripresa è frenata quindi dai “lavoratori che non ci sono” a causa del declino demografico, delle inefficienze educative e formative, di sussidi troppo convenienti nel confronto con le opportunità lavorative più scomode e temporanee. I decisori istituzionali e sociali dovrebbero ascoltare i Consulenti, le loro esperienze, i loro allarmi.

 

Così dovrebbe essere anche per il salario minimo di fonte legislativa che nel Festival è stato ripetutamente contestato a partire dalla stima delle difficoltà che procurerebbe alle imprese con l’esito di ulteriori rattrappimenti nella propensione ad assumere. Nell’Italia che più degli altri Paesi europei garantisce una pressoché generalizzata copertura dei contratti collettivi, lo Stato deve ribadire la sua fiducia nella funzione sussidiaria dei corpi intermedi. Lo stesso convegno dedicato ai “contratti pirata” ha fatto emergere la preferenza per la libertà e il pluralismo sindacale rispetto alle ipotesi legislative sulla rappresentatività relativa.
 
Dai consulenti è venuta la lezione ad accompagnare il progresso del lavoro osservando sempre la realtà.
 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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