Bollettino ADAPT 7 febbraio 2022, n. 5
Tra novembre e dicembre del 2021 l’Istat ha condotto la terza indagine sulla “situazione e prospettive delle imprese” nel contesto della pandemia. Ci interessa in particolare osservare che nel corso del 2022, sei imprese su dieci prevedono investimenti in capitale umano e formazione. Di queste, il 49,9% con intensità modesta mentre una su dieci con alta propensione. Questa previsione supera anche quella relativa agli investimenti connessi alla transizione ecologica.
In questo contesto sarà importante la qualità delle relazioni collettive di lavoro là ove sono presenti rappresentanze sindacali. Attraverso un dialogo cooperativo sarà infatti possibile individuare i modi migliori per realizzare iniziative di reclutamento corrispondenti ai bisogni dell’impresa, progettare percorsi di riqualificazione professionale connessi con i processi di innovazione tecnologica, ridisegnare le forme di tutela della posizione retributiva dei lavoratori in relazione alle responsabilità assegnate, definire dinamiche della remunerazione fondate su obiettivi e competenze acquisite.
Non possiamo infatti immaginare la resa degli investimenti formativi nel contesto di inquadramenti, classificazioni, assetti retributivi disegnati dal contratto collettivo nazionale. Solo una originale e impegnativa gestione del personale potrà dare valore in ciascuna situazione d’impresa al contributo di ogni collaboratore motivandolo e fidelizzandolo. E le rappresentanze sindacali hanno quindi compiti non meramente difensivi ma fortemente orientati a promuovere lo sviluppo professionale (e conseguentemente retributivo) di ogni lavoratore concorrendo a identificare obiettivi aziendali, a conseguirli e misurarli. Si tratta di modalità di esercitare la funzione della rappresentanza che implicitamente la avvicinano alla cultura partecipativa. Da questi percorsi possono nascere forme che la codificano come approdo condiviso.
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi