Il mio canto libero – La nuova questione sociale globale e il ruolo degli organismi multilaterali

Bollettino ADAPT 23 maggio 2022, n. 20
 

La pandemia e la guerra in Europa sono destinate a cambiare radicalmente i tentativi di regolazione del mondo “unificato” con la caduta del comunismo e il ruolo degli istituti disegnati in precedenza e rilanciati da quell’evento.

 

Dopo la prima guerra mondiale le nazioni sedute al tavolo di Versailles avevano pensato di prevenire i nuovi conflitti attraverso la promozione dello sviluppo sociale mediante la costituzione della Organizzazione Internazionale del Lavoro affiliata alla Società delle Nazioni. Primo organismo multilaterale, l’OIL entrò poi a pieno diritto nel Sistema delle Nazioni Unite. Le sue Convenzioni e Raccomandazioni hanno orientato i modelli di protezione e sicurezza sociale degli Stati moderni con asimmetrie determinate inevitabilmente dal diverso grado di sviluppo economico. Solo sul finire del secolo scorso si è addivenuti però ad un pacchetto minimo di regole internazionalmente condivise e dedicate ad affermare innanzitutto la libertà di organizzazione sindacale e di contrattazione collettiva quali motori necessari della correlazione tra la crescita economica e quella sociale.

 

La successiva liberalizzazione del commercio globale governata dalla Organizzazione Mondiale del Commercio si è tuttavia prodotta senza la condizionalità della adesione agli standard di carattere sociale nella speranza che le “sorti progressive” della globalizzazione economica avrebbero generato spontaneamente una fair competition. In questi giorni gli Stati membri dell’OIL sembrano finalmente disponibili ad allargare i core labour standards alle convenzioni basiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

 

Allo stesso tempo, i conflitti economici e militari in atto stanno mettendo in discussione le speranze del libero commercio, la costruzione di un unico, trasparente, sistema dei pagamenti, la libera circolazione delle materie prime e dei principali semilavorati, le stesse filiere produttive che si erano affermate in base ad una spontanea divisione internazionale del lavoro. Il salto tecnologico ha inoltre proposto nuove tensioni dal lato del controllo dei dati e delle concentrazioni di potere tra il ruolo degli Stati autoritari e quello delle grandi compagnie private.

Gli squilibri sociali si sono ampliati e potrebbero ulteriormente crescere in un mondo nuovamente separato da barriere alimentando il circolo vizioso.

 

Si ripropone così la necessità di rivedere gli strumenti globali della pacifica convivenza, a partire da una equa distribuzione delle condizioni di benessere. Organismi come OMS, OIL, OMC (ora diretti da tre africani) sono chiamati ad un recupero di credibilità e ad una più stretta interdipendenza affinché la pace sia sostenuta dalla speranza della condivisione dei fondamentali profili di sicurezza dei popoli come la salute e il lavoro dignitoso. Dai traumi che viviamo, leadership autorevoli, incoraggiate da grandi movimenti di opinione, possono edificare una nuova prospettiva di avvenire.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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