Bollettino ADAPT 31 gennaio 2022, n. 4
Le recenti polemiche che hanno accompagnato la tragica morte del giovane impegnato in un percorso di formazione regionale di tipo duale in Friuli VG hanno fatto riemergere le antiche diffidenze nei confronti della integrazione tra apprendimento teorico e pratico. È perfino intervenuta la madre di questo ragazzo per invitare tutti ad attendere gli esiti delle indagini e a non strumentalizzare l’accaduto. Quando Marco Biagi, in sincronia con il progetto di riforma dell’istruzione promosso da Letizia Moratti, ipotizzò le nuove modalità di apprendistato per il conseguimento di qualifiche, diplomi o titoli universitari, furono molte le reazioni avverse nel nome di una ideologica separazione della scuola dal lavoro. Va da sé che le esperienze lavorative che non costituiscono rapporto di lavoro o le prestazioni rese nel contesto di un contratto “a causa mista” si devono svolgere in condizioni di assoluta sicurezza grazie a tutti gli adempimenti prevenzionistici necessari.
È comunque significativo il fatto che nei giorni scorsi, nonostante queste critiche, sia decollato il piano di rilancio del sistema di formazione duale finanziato fino al 2025 con 600 milioni di euro grazie alle risorse programmate del Pnrr. Si tratta di fondi che il governo ha deciso di stanziare per rafforzare l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato, i sistemi di istruzione e formazione regionale.
Con un decreto del ministero del Lavoro sono stati infatti definiti i criteri di riparto delle risorse. Il 57% verrà distribuito sulla base del numero di iscritti ai percorsi Iefp e duali realizzati nelle istituzioni formative regionali; il 13% in base agli iscritti ai primi tre anni in rapporto alla popolazione residente tra i 14 e i 18 anni; un altro 13% per gli iscritti al quarto anno in relazione ai residenti 17-20enni; il 10% sulla base dei contratti di apprendistato “formativo” in relazione alla popolazione residente nella fascia d’età 15-25 anni; il restante 7% in base al numero di «Neet» per il conseguimento della qualifica e del diploma professionale. Lo stesso decreto prevede, come prima rata, l’assegnazione a Regioni e province autonome del 20% delle risorse, pari a 120 milioni.
L’obiettivo è di raggiungere almeno 135mila persone in più rispetto alle attuali 39mila impegnate in percorsi di formazione alternata “in aula” e in contesti lavorativi.
La dispersione scolastica è infatti un fenomeno ancora rilevante che deve essere contrastato con l’offerta di una pluralità di soluzioni corrispondenti alle vocazioni dei nostri giovani. Molti di essi hanno l’intelligenza nelle mani e proprio attraverso l’incontro con il mondo del lavoro possono ritrovare l’interesse per la conoscenza teorica proseguendo lo studio oltre il percorso formativo triennale.
Tutti possono così raggiungere adeguati livelli di formazione superiore senza esclusioni determinate dalle condizioni sociali di partenza.
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi