Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi.Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

Il mio canto libero – Per Draghi (e non solo) il momento della verità sulle politiche del lavoro

Bollettino ADAPT 28 marzo 2022, n. 12
 
Non è facile trattare del lavoro al tempo delle molte insicurezze che si sommano in una sorta di tempesta perfetta. La reazione istintiva (e comprensibile) di molti è quella di regredire alle politiche difensive del ‘900: limiti normativi alle tipologie contrattuali precarie, sanzione reale della reintegrazione per i licenziamenti ingiustificati, scala mobile per tutelare i salari dall’inflazione, sussidi in costanza del rapporto di lavoro anche se sospeso e senza prospettive. Ma solo una illusione ottica può far supporre che in questo modo si facciano più contratti a tempo indeterminato, che i salari possano vincere sui prezzi che corrono, che i lavori congelati durino in eterno.
 
In una situazione di questo genere occorrono decisori istituzionali e sociali che abbiano il coraggio di andare oltre le apparenze costruendo nuove tutele. Lo fecero Craxi, De Michelis, i gruppi dirigenti di Confindustria, Cisl, Uil e di altre organizzazioni datoriali vincendo l’inflazione a due cifre con il gioco d’anticipo dei punti programmati. Si espose Giuliano Amato concordando con le parti sociali una manovra correttiva dei conti pubblici da 100 mila miliardi di lire per dare stabilità alla nostra moneta. Fu poi Marco Biagi a consigliare al governo la discontinuità delle politiche del lavoro introducendo flessibilità regolate e investimenti nelle competenze per aumentare i tassi di occupazione. Ogni volta ci furono traumi e vittime ma nessuno può oggi rimpiangere quelle scelte.
 
Ora si tratta di capire se il Presidente del Consiglio, sostenuto da una ampia maggioranza, ha la volontà di rifiutare il ritorno alle politiche novecentesche come il potenziamento dei centri pubblici per l’impiego, la cancellazione delle norme che hanno rafforzato la contrattazione di prossimità, l’abuso della cassa integrazione e del reddito di cittadinanza. Gli strumenti culturali non gli mancano, i consiglieri liberali nemmeno. Ma il punto è capire se si rivelerà asimmetrico per paura dello scontro con le correnti ideologizzate o se procederà per la sua strada mettendo tutti di fronte alle loro responsabilità.
 
Hic Rhodus, hic salta.

 
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

Il mio canto libero – Per Draghi (e non solo) il momento della verità sulle politiche del lavoro