Il mio canto libero – Pubblico impiego: avvicinamento al settore privato e riorientamento agli obiettivi

Bollettino ADAPT 20 settembre 2021, n. 32

 

Renato Brunetta vuole opportunamente avvicinare il lavoro pubblico al lavoro privato nel quadro di una organizzazione delle funzioni pubbliche quanto più possibile coerente con le evoluzioni del settore privato. Da sempre si considera, a questo proposito, il settore del credito come un modello di riferimento. E, come è noto, in esso la rivoluzione digitale è entrata prepotentemente sviluppando servizi online, riducendo costi fissi, trasformando compiti e modalità delle prestazioni dei dipendenti.

 

Dal lavoro agile al lavoro ibrido (parte subordinato e parte autonomo), i cambiamenti hanno indotto la riqualificazione professionale di molti e l’uscita incentivata e protetta di coloro che sono prossimi alla pensione. Il ministro quindi vuole ora non solo il prevalente ritorno alla presenza fisica dei moltissimi che sono stati costretti dalla pandemia a traferire le stesse modalità di lavoro a domicilio ma, ancor più, la trasformazione delle attività delle PA attraverso il riorientamento dagli atti ai risultati. E solo in conseguenza a ciò sarà possibile, attraverso contratti individuali, riportare molti ad una relativizzazione del vincolo spazio-temporale facendo prevalere l’assegnazione di obiettivi e la verifica dei relativi risultati. Non sarà un passaggio semplice perché le resistenze sono molte, dalla pretesa esclusività della contabilità finanziaria (rispetto a quella “economica” per centri di costo), che non consente di quantificare gli obiettivi, alla difesa corporativa delle vecchie “comodità”.

 

Brunetta ripropone, in sostanza, parametri di efficienza ed efficacia delle funzioni pubbliche che non impediscono la coniugazione con le esigenze di lavoratori infragiliti da sopravvenute condizioni proprie o dei familiari. Mai quindi il puro assistenzialismo o l’autoreferenzialità nel lavoro pubblico. Ne consegue il ritorno all’autonomo potere di organizzazione del “buon datore di lavoro” che egli aveva già promosso nel precedente mandato rifiutando di consegnare al sindacato poteri di veto. Così come si pongono in coerenza con questa impostazione i nuovi inquadramenti per le alte competenze e l’innesco di carriere (e remunerazioni) skill based. Dobbiamo solo confidare che il Presidente Draghi ne “copra” l’operato di fronte alle proteste dei soliti noti nella politica e nel sindacato.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

 

Il mio canto libero – Pubblico impiego: avvicinamento al settore privato e riorientamento agli obiettivi