Bollettino ADAPT 19 aprile 2021, n. 19
Avremo presto la possibilità di apprezzare gli atti che il governo italiano è tenuto ad inviare alla Commissione Europea in funzione dei finanziamenti stanziati per la ripresa economica. Ne dovremo considerare non solo i grandi obiettivi come la transizione digitale e quella ecologica ma soprattutto i progetti con cui vengono declinati. Il pericolo immanente nelle cose italiane è quello della dispersione delle risorse in troppi rivoli, ciascuno dei quali caratterizzato da un probabile impatto modesto e da complessi percorsi di “messa a terra” come oggi si ama dire per descrivere il passaggio dalle parole ai fatti.
È evidente come le conseguenze sulla occupazione dipendono dalla qualità intrinseca e dai tempi di implementazione di questi progetti. In certa misura dipendono anche dai contestuali investimenti nelle competenze perché una stagione di grandi opere e di piani innovativi potrebbe facilmente amplificare il nostro tradizionale mismatching tra domanda e offerta di lavoro. In questo contesto le parti sociali potrebbero accompagnare i processi di spesa con intese di vario livello, finalizzate tutte a facilitarli attraverso la buona flessibilità nella organizzazione del lavoro in condizioni di sicurezza. La posta in gioco è alta. La ripresa sostenibile della economia e della occupazione diventa ragione di stabilità perché consente di remunerare e assorbire il grande debito, che più di altri, abbiamo accumulato.
Non ci aiutano gli approcci ideologici, ma può invece soccorrere la lettura obiettiva delle criticità da superare. Solo tanti accordi di prossimità ai grandi nodi da sciogliere, nelle categorie e nei territori, posso dare luogo a scambi effettivi, talora anche tripartiti con le istituzioni di riferimento. Forse non è nemmeno il caso di parlare di scambi ma più semplicemente di convergenze nelle quali ciascuno degli attori negoziali cede un pezzo delle proprie stesse convinzioni o prerogative per un bene collettivo superiore. Dobbiamo insomma dimostrare di saper essere una nazione orgogliosa e non una sommatoria di feudi piccoli e grandi.
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi