Il divario retributivo tra uomini e donne (a parità di mansioni) non sarà dovuto anche ai premi di produttività, che – alla fine – finiscono più spesso nel portafogli degli uomini che nelle borsette delle donne?
Il sospetto è venuto ai ricercatori della dell’università di Verona che insieme con colleghi della Queen Mary university di Londra e dell’università della Silesia in Polonia hanno messo sotto la lente i contratti di produttività nei rispettivi Paesi.
“Paradossalmente proprio questo intervento rischia di avere qualche implicazione non favorevole alle donne”, fa notare Donata Gottardi, coordinatrice del dipartimento di scienze giuridiche che ha condotto l’indagine.
Anche questo è stato, per esempio, tra gli argomenti utilizzati dalla Gtt, l’azienda dei trasporti di Torino di fronte alla causa mossa da cinque dipendenti donne che avevano avuto un premio di risultato più basso. Alla fine il tribunale ha dato ragione alle lavoratrici (non sono ancora note le motivazioni della sentenza). Specificando che non solo la maternità obbligatoria ma anche le assenze per malattia dei figli non andavano conteggiate come assenze dal lavoro ai fini del premio di produttività…
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