Sono ben contento che Matteo Renzi e Silvio Berlusconi stiano, finalmente, riuscendo a cambiare le regole del gioco politico: legge elettorale, ruolo del Senato, titolo V della Costituzione. Anzi, io aggiungerei un quarto punto: snellimento dei regolamenti parlamentari. Se l’Italia e? un Paese ingovernabile per chiunque, non e? solo perche? la abitano gli italiani (pare che Benito Mussolini dicesse: “Governare gli italiani non e? difficile, e? inutile”), ma perche? le regole entro cui qualsiasi governo e? tenuto a muoversi sono diventate del tutto obsolete e controproducenti.
Quel che temo, pero?, e? che l’attenzione mediatica riservata alla disfida sulla legge elettorale, con annessi dibattiti e talk show, faccia passare nel dimenticatoio il tema di cui anto animatamente si discuteva fino a due settimane fa, e cioe? il problema del lavoro. Renzi lo aveva posto giustamente in cima alla sua agenda, annunciando l’imminente presentazione di un disegno di legge sul lavoro, chiamato un po’ pretenziosamente (e provincialmente) prima “Job act”, poi non si sa bene perche? ridenominato “Jobs act”. All’inizio del mese di gennaio, il segretario del Pd aveva fatto trapelare qualche informazione sui contenuti, sollecitando reazioni e commenti, e promettendo di “chiudere con la nostra proposta” il 16 gennaio, alla riunione della direzione del partito […]
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Jobs Act, cosa non va