Se l’accostamento delle parole “apprendistato” e “università” vi suona ancora stridente, vi siete persi qualcosa. Sono passati infatti ormai più di dieci anni dalla nascita della tipologia contrattuale dell’apprendistato di alta formazione, introdotto dall’articolo 50 del dlgs. n. 276/2003, di attuazione della cosiddetta legge Biagi.
Un vantaggio per tutti
La chiave per far smuovere il Paese dallo stallo economico si trova infatti proprio qui, almeno a osservare le esperienze internazionali. Il successo delle aree delle economie avanzate che stanno riuscendo a mantenere elevati tassi di crescita e occupazione secondo alcuni economisti è dovuto all’abilità con cui gli imprenditori del luogo sanno tradurre in realtà commerciali la ricerca scientifica di carattere accademico.
Un recente studio della Banca D’Italia afferma invece che la difficoltà delle imprese italiane ad adottare nuove tecnologie è data dalla mancanza di adeguate competenze che le sappiano gestire. Esattamente quanto ha confermato a Turboblogging l’ingegnere Antonio De Renzis di Marposs.Racconta l’ingegnere: “due anni e mezzo fa decidemmo quindi di costituire una scuola interna: un piccolo corso aperto a neolaureati presso la scuola superiore di ingegneria. Un’esperienza significativa soprattutto perché quegli argomenti normalmente non vengono studiati nei corsi di laurea”.
“Abbiamo assunto #Giannuzzi, ma stava già facendo il #dottorato. Ha potuto proseguirlo con noi e con @UffComINFN @Marposs @turboblogging
— Future of Work – ADAPT (@ADAPT_bulletin) December 10, 2014
#Apprendistato e #specializzazione, non è un'antitesi, è la chiave per l'#innovazione sostenibile. #Turboblogging pic.twitter.com/n6OV0WI05Y
— Future of Work – ADAPT (@ADAPT_bulletin) December 10, 2014
Ecco cosa succede quando si attiva un apprendistato di alta formazione e di ricerca.
- L’apprendista anticipa l’ingresso nel mondo del lavoro pur restando inserito in un percorso formativo di alto livello;
- l’azienda effettua un investimento in capitale umano altamente mirato e su misura, incidendo concretamente sul piano didattico;
- le agenzie formative comprendono meglio quali siano le capacità e le competenze professionali richieste dal mercato e adeguano così i loro programmi e i loro percorsi formativi;
- si favorisce quindi lo sviluppo di un mercato privato della ricerca in collaborazione con l’accademia.
L’apprendistato di alta formazione e di ricerca non disegna quindi percorsi di “semplice alternanza”, ma di vera e propria integrazione tra formazione e lavoro. Un connubio che il dott. Giannuzzi ha dovuto cercare tra un acceleratore di particelle e le misure di precisione della Marposs. Lo ha trovato nello sviluppo di una tecnolgia per la trasmissione dati ad alta velocità che applica in azienda come al CERN.
Diversa la strada di Damiano Fontana, che ha seguito un corso di dottorato su smartcities e internet of things lavorando presso Epoca Ricerca, uno spin-off dell’ Università di Modena e Reggio Emilia. Fontana ci tiene a sottolineare come la contaminazione sia il vero meccanismo distintivo dell’apprendistato di alta formazione e di ricerca….
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ADAPT Research fellow