È ormai indubbio che “le nuove tecnologie e la digitalizzazione rappresentano per il mercato del lavoro … una vera e propria rivoluzione” . Il report The Future of Work: Jobs and skills in 2030 non solo cerca di individuare quali lavori e quali competenze saranno richieste nel 2030, ma affronta la questione dell’impatto rivoluzionario della tecnologia sul posto di lavoro, sull’organizzazione, sulle modalità e sulle condizioni di lavoro. L’analisi dei trend locali e globali relativi all’economica e all’impresa consente di identificare i futuri cambiamenti che si determineranno sul lavoro e sulle competenze. Più complesso e difficile da prevedere è, invece, l’impatto di eventuali novità radicali e rivoluzionarie (disruptions), potenzialmente destabilizzanti, che potranno trasformare completamente il futuro del lavoro. L’analisi di questi trend e l’ipotesi di scenari rivoluzionari non è soltanto un esercizio ameno, ma necessario per le imprese che devono essere lungimiranti, che devono prendere decisioni di lungo periodo, sviluppando nuove strategie e modelli di business per rimanere o essere competitive in un contesto economico completamente modificato.
Le principali tendenze evolutive (trends) – definite come sviluppi relativamente stabili, osservabili per diversi anni, non soggetti a repentine modifiche, a fluttuazioni o a congiunture – che riguardano l’economica e la società sono già da tempo riconosciute e individuabili:
- nel cambiamento demografico, relativo all’invecchiamento della popolazione,
- nella crescente diversità sul luogo di lavoro (crescente componente femminile e gruppi etnici diversi),
- nella crescente incertezza del reddito delle famiglie e disuguaglianze regionali,
- nel crescente desiderio di una migliore conciliazione tra vita e lavoro,
- nella modifica dell’ambiente di lavoro determinata dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), dall’outsourcing, dall’internazionalizzazione e dalla necessità di una maggiore flessibilità,
- nella tecnologie e nelle competenze interdisciplinari,
- nella digitalizzazione della produzione (per esempio stampa 3D),
- nello sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e nell’utilizzo di grandi quantità di dati (big data),
- nelle modificate prospettive economiche, dovute alla globalizzazione e al cambiamento tecnologico (accresciuta complessità del sistema economico e finanziario, volatilità e bassa crescita economica),
- nello spostamento verso l’Asia e i paesi emergenti del potere economico e nella contemporanea perdita di importanza delle economie del G7,
- in nuovi ecosistemi di business, in cui le imprese sono artefici di reti di creazione di valore,
- nella crescente scarsità delle risorse naturali e nel degrado degli ecosistemi,
- nella diminuzione della portata delle azioni politiche (nell’ambito del lavoro e dell’educazione) a causa dei vincoli alle finanze pubbliche vincolate.
Accanto e legate a questi trend, sono state ipotizzate dieci trasformazioni radicali e rivoluzionarie che sono considerate plausibili e che determinerebbero un notevole scostamento dall’attuale modello di business, così come importanti conseguenze sul lavoro e le competenze. Questi possibili cambiamenti radicali sono….
continua a leggere l’articolo su Nòva