La nuova Commissione Europea e la scomparsa dello storico Commissario dedicato a lavoro e diritti sociali

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Bollettino ADAPT 23 settembre 2024 n. 33
 
Il 17 settembre, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato al Parlamento europeo la squadra dei Commissari (uno per ogni Stato membro) che la affiancherà nel quinquennio 2024-2029. La nuova composizione dell’esecutivo europeo riflette i risultati delle elezioni europee di giugno, con il Partito Popolare Europeo che si è assicurato la maggior parte dei portafogli. Tuttavia, nell’osservare l’organigramma delle nuove nomine, i più attenti osservatori non hanno potuto fare a meno di notare un grande assente: sembra mancare infatti un Commissario -e un omonimo portafoglio- dedicato al lavoro e ai diritti sociali (carica finora ricoperta dal lussemburghese Nicolas Schmit, il quale nella piattaforma X si è espresso molto negativamente a riguardo). Al suo posto viene invece prevista una Vicepresidente esecutiva per le Persone, le Competenze e la Preparazione, responsabile del portafoglio delle competenze e dell’istruzione, dei lavori di qualità e dei diritti sociali. Un cambio di nome -e forse di passo- che sembra rivelare una aderenza incondizionata alle indicazioni dell’ex presidente BCE Mario Draghi contenute nel recente Rapporto sulla Competitività europea e che pare costituire il fil rouge che lega la nuova squadra a guida Von der Leyen.
 
Le nuove scelte di Von der Leyen sulla composizione e la distribuzione dei portafogli
 
La composizione e la distribuzione dei portafogli vengono decisi dalla Presidente della Commissione e non sempre corrispondono ai dipartimenti della Commissione (ovvero le Direzioni Generali). Mentre alcuni non hanno subito drastiche modifiche, rimanendo abbastanza coerenti nella loro composizione tra le varie Commissioni, altri sono stati creati ex-novo o fusi insieme ad altri, come nel caso del portafoglio dedicato a Lavoro e Diritti sociali. La leader europea ha infatti deciso di sbarazzarsi delle rigide strutture di demarcazione che negli anni hanno portato a politiche isolate e non sistemiche, ma così facendo il rischio è non solo quello di una probabile sovrapposizione, ma anche quello di una eccessiva scomposizione che, soprattutto per i temi più complessi e multidimensionali, come quello del lavoro e dei diritti sociali, potrebbe generare politiche poco incisive.
 
Sebbene sia difficile prevedere con precisione la destinazione delle attuali prerogative della Direzione Generale Occupazione, Affari sociali e Inclusione, si possono fare delle ipotesi sulla base delle lettere di incarico preparate da Ursula von der Leyen che delineano le principali missioni per ciascun membro del Collegio, come suggerito dal Professore di diritto del lavoro e di diritto europeo Nicola Countouris.
 
I capitoli principali del portafoglio lavoro e diritti sociali sembrano essere finiti nelle mani di Roxana Mînzatu (Romania) – Vicepresidente esecutiva per le Persone, le Competenze e la Preparazione e responsabile del portafoglio delle competenze e dell’istruzione, dei lavori di qualità e dei diritti sociali. Come indicato nella lettera di incarico a lei indirizzata, nel suo ruolo di Vicepresidente le è richiesto di guidare l’intero lavoro volto al rafforzamento del capitale umano in Europa, che comprende competenze, istruzione e sviluppo delle conoscenze e delle esperienze lungo tutto il ciclo di vita, inclusi gli studi all’estero, la cultura e lo sport. Si demanda altresì di lavorare al potenziamento dello stato sociale europeo alla luce delle imponenti sfide economiche, demografiche e ambientali. Ciò sarà fatto aggiornando e consolidando il Pilastro europeo dei diritti sociali e affrontando in particolare il divario occupazionale e di competenze. La sua missione come Vicepresidente esecutiva per le Persone, le Competenze e la Preparazione include anche l’obiettivo di creare una società più equa e inclusiva, dando maggiori libertà e responsabilità ai giovani e offrendo maggior supporto alla loro salute mentale. Inoltre, la rappresentante romena sarà chiamata a diffondere una nuova cultura della Preparazione, aiutando i cittadini ad adattarsi ai cambiamenti e ai rischi che si manifestano nella società, come crisi sanitarie o minacce alla sicurezza.
 
Per quanto riguarda le responsabilità legate al portafoglio diritti sociali e lavori, competenze ed educazione, il suo gabinetto dovrà assicurare lavori di qualità, maggiore uguaglianza e meno povertà. A tal fine, le attività che Roxana Mînzatu è chiamata a svolgere sono molteplici. In primo luogo, viene prospettato un nuovo piano di azione per l’implementazione del Pilastro Sociale Europeo. Inoltre, si richiede di stilare, insieme alle parti sociali, una tabella di marcia per i lavori di qualità, volta a garantire una transizione giusta per tutti. La roadmap sosterrà infatti salari equi, alti standard per salute e sicurezza, buone condizioni di lavoro, formazione e transizioni lavorative eque per lavoratori dipendenti e autonomi, aumentando in particolare la copertura della contrattazione collettiva. In tal ottica si chiede di rinnovare l’impegno per rafforzare il dialogo sociale europeo, realizzando un nuovo patto per il dialogo sociale europeo all’inizio del 2025. Rientra inoltre in tale ambito, la sollecitazione alla presentazione di una proposta per l’introduzione del diritto alla disconnessione, così come il miglioramento dell’approccio europeo alla salute e sicurezza sul posto di lavoro. Il tema della povertà verrà invece affrontato con l’elaborazione di una strategia antipovertà e un piano europeo per l’abitazione accessibile.
 
In riferimento al critico scenario demografico europeo, la Presidente della Commissione suggerisce parimenti di lavorare ad un quadro più coerente per affrontare le sfide legate alla forza lavoro nell’ambito dell’assistenza a lungo termine, includendo il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche, il supporto alla formazione e alla progressione di carriera, nonché il miglioramento delle condizioni di lavoro. La nuova Commissaria dovrà altresì garantire l’implementazione dei fondi europei a sostegno dei diritti sociali e di una transizione equa, in particolare il Fondo Sociale Europeo Plus e il Fondo Sociale per il Clima, destinato a sostenere coloro che affrontano difficoltà legate alla povertà in materia energetica e di trasporti. Continuando la lettura dell’elenco puntato stilato da Ursula Von der Leyen, un intero capitolo delle attività demandate a Roxana Mînzatu nell’ambito del portafoglio a lei affidato ricade sotto il nome di Unione delle Competenze. A tale scopo si sollecita la progettazione di una strategia complessiva che coinvolga tutti gli stakeholder (governo- imprese- istituzioni nell’ambito dell’istruzione e formazione) basata su: investimenti, apprendimento degli adulti e lifelong learning, istruzione e formazione professionale, mantenimento e riconoscimento delle competenze, e potenziamento della skills intelligence. Per raggiungere quest’ambizioso obiettivo la Commissaria e il suo staff dovranno lavorare all’Area Europea dell’Istruzione promuovendo un approccio comune allo sviluppo delle competenze, alla mobilità dell’apprendimento, alla qualità e all’inclusività. Inoltre, viene chiesto di procedere ai lavori sul Diploma Europeo, simbolo della mobilità di apprendimento di qualità, incentivandone l’uso, e sostenendo le alleanze delle università europee. Al fine di migliorare il riconoscimento delle qualifiche nell’Unione, viene prevista un’iniziativa per la portabilità delle competenze.
 
Il lavoro della Commissaria e del suo staff per la realizzazione di una Unione delle Competenze dovrà focalizzarsi anche sull’ attrazione di forza lavoro extraeuropea volta a soddisfare le esigenze del mercato. Circa l’ampio tema della formazione professionale, Ursula Von der Leyen demanda lo sviluppo di una strategia europea per l’istruzione e la formazione professionale (VET), con l’obiettivo di aumentare il numero di persone con un diploma secondario VET, inclusi gli apprendistati. Ulteriori piani di azione da redigere sono quelli relativi alle competenze di base e all’istruzione STEM, accanto ad una revisione del piano per l’istruzione digitale e all’adozione di una roadmap sul futuro dell’educazione e della formazione digitale. Ancora, seguendo il focus sulle competenze, viene richiesto di sviluppare il patto per le competenze, creando partenariati su larga scala per qualificare e riqualificare un maggior numero di lavoratori nei principali ecosistemi industriali. Un’ attenzione particolare viene dedicata in aggiunta agli insegnanti, prevedendo un’agenda UE per migliorare le loro condizioni di lavoro, la formazione e le prospettive di carriera, nonchè il lancio di un’alleanza delle scuole europee per incoraggiare una maggiore cooperazione transfrontaliera e mobilità tra le scuole in tutta Europa. Vista la profonda interdisciplinarietà delle attività finora enumerate, la Commissaria romena Roxana Mînzatu lavorerà con il supporto della Direzione Generale per l’Istruzione, la Gioventù, lo Sport e la Cultura, e della Direzione Generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e l’Inclusione in merito a competenze, i diritti sociali, il lavoro e l’istruzione.
 
Nonostante sia chiaro come gran parte delle prerogative che tradizionalmente venivano affidate al portafoglio lavoro e diritti sociali si riscontrano nell’attività della Vicepresidente esecutiva per le Persone, le Competenze e la Preparazione, dalle lettere di incarico si evince tuttavia che diverse prerogative potrebbero migrare tra numerosi altri Commissari. Tra questi, la spagnola Teresa Ribera, nominata Vicepresidente esecutiva per una Transizione Pulita, Giusta e Competitiva e responsabile del portafoglio competitività, dovrà occuparsi dell’elaborazione di un piano per ridurre i prezzi dell’energia e combattere la povertà energetica in Europa, come parte delle soluzioni alla crisi abitativa. Sempre a tal fine, viene richiesto di rivedere le norme sugli aiuti di Stato per consentire misure di sostegno abitativo. La lettera di incarico specifica, inoltre, che Ribera e il suo staff dovranno assicurare che la transizione energetica sia a beneficio dei cittadini e dei loro posti di lavoro, assicurando in tal senso che le misure fiscali sostengano la just transition. In riferimento a quest’ultima, insieme agli altri membri del Collegio, Teresa Ribera guiderà gli investimenti e i finanziamenti tramite il Fondo per la Transizione Giusta e il Fondo Sociale per il Clima.
 
Altre prerogative sembrano andare alla belga Hadja Lahbib, Commissaria alla Preparazione e Gestione delle crisi e all’Eguaglianza, soprattutto per quanto riguarda le attività previste per la creazione di un’Unione dell’Uguaglianza. In merito a tale incarico, parte della sua missione europea include attività volte a contrastare la discriminazione di genere (una roadmap per i diritti delle donne che definisca i principi chiave per le politiche di parità di genere, una nuova strategia per l’uguaglianza di genere, l’attuazione della Convenzione di Istanbul); la discriminazione in base all’orientamento sessuale (si richiede la presentazione di una rinnovata strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ); la discriminazione in base all’ origine etnica / nazionale ( attraverso una nuova strategia antirazzismo e la formulazione di un quadro strategico dell’UE per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei Rom); la discriminazione verso persone con disabilità (attuazione della strategia per i diritti delle persone con disabilità e attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità da parte dell’UE) ed infine il cyberbullismo. La lettera spedita dalla leader tedesca afferma inoltre che nell’espletamento di tali compiti, la Commissaria belga lavorerà sotto la guida della Vicepresidente esecutiva per le Persone, le Competenze e la Preparazione per quanto riguarda il lavoro legato alla Preparazione (sotto la guida dell’Alto Rappresentante/Vicepresidente per quanto riguarda gli aiuti umanitari). Inoltre, nel ruolo di Commissaria all’Eguaglianza sarà affiancata da una task-force dedicata, lavorando sempre sotto la guida della Vicepresidente esecutiva per le Persone, le Competenze e la Preparazione.
 
Parte delle prerogative riconducibili al lavoro e diritti sociali potrebbero inoltre confluire negli impegni del Vicepresidente esecutivo designato per la Coesione e le riforme, responsabile del portafoglio politica di coesione, sviluppo regionale e città. La Von der Leyen chiede infatti a Raffaele Fitto di contribuire al piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili, di garantire un’attuazione efficace della politica di coesione (anche utilizzando il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione e sostenendo l’attuazione del Fondo per una transizione giusta), nonché di presentare un’agenda politica ambiziosa per le città, esaminando questioni chiave quali gli alloggi, il clima, la digitalizzazione, la mobilità, l’inclusione sociale e l’uguaglianza. Soprattutto, a Fitto viene demandato di supervisionare la realizzazione delle riforme e gli investimenti concordati nei Piani di Ripresa e Resilienza degli Stati membri, il cui termine è fissato al 2026.  La piena ed efficace attuazione del NextGenerationEU avverrà di concerto con Valdis Dombrovskis, Commissario per l’Economia e la Produttività, e Commissario per l’Attuazione e la Semplificazione. Vista l’ampiezza e l’astrazione di tale incarico, bisognerà dunque capire quali competenze e ruoli verranno designati per i due Commissari e dunque quali prerogative del dossier lavoro e diritti sociali potrebbero ricadere sotto la loro egida.
 
Conclusioni
 
In conclusione, dalla lista dei Commissari e dei relativi portafogli, si evince come la leader europea abbia optato per la frammentazione del portafoglio dedicato al lavoro e diritti sociali. La Presidente della Commissione ha infatti sfumato i confini di responsabilità dei nuovi Commissari, con l’eventuale esito di una disordinata e confusa dispersione delle prerogative riconducibili all’ampia e multiforme dimensione del lavoro e dei diritti sociali tra quelle riconosciute al Collegio. Ciò che invece è chiaro è la cancellazione di un portafoglio che dagli anni ‘70 ha rappresentato un punto saldo nella costruzione di un Europa sociale e non solo economica. Potenziare le competenze dei lavoratori rimane senza dubbio una leva fondamentale per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini europei; tuttavia, lo scenario del mercato del lavoro attuale presenta molteplici criticità che vanno oltre la semplice carenza di competenze. La sfida più urgente e rilevante sembra essere infatti la drammatica crisi demografica che attraversa l’intero continente europeo. Secondo le previsioni Eurostat, l’Unione Europea perderà circa 35 milioni di persone in età da lavoro entro il 2050, arrivando a 57,4 milioni nel 2100. Forse, ancor prima delle competenze dei lavoratori, sarà necessario affrontare la mancanza di lavoratori stessi.

 
Valeria Virgili
Apprendista di ricerca ADAPT

@Virgil11Valeria

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