La (nuova) economia civile e la svolta del profitto condiviso

L’economista Stefano Zamagni ha spiegato perché questo approccio garantisce crescita e sviluppo ma in una prospettiva inclusiva per tutti

 

Passare dal pil al «bil», il benessere interno lordo. Da profitto personale a profitto condiviso. Da utilità a senso etico. Da individualismo a «insieme». L’economia civile è questo ed azzarda parole come felicità, valore, comunità. Sperimenta azioni che generano occupazione, guadagni, sviluppo e che rimettono al centro l’uomo e l’ambiente. La tre giorni del Festival che si conclude oggi a Firenze, organizzata su un’idea di Federcasse da Next-Nuova economia per tutti e Sec-Scuola di economia civile, ha cercato di dimostrare che il cambio di paradigma è possibile, oltre che necessario. «Non stiamo predicando il pauperismo — ha chiarito in apertura il professor Stefano Zamagni, che Papa Francesco ha da pochi giorni nominato, primo italiano con questo incarico, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali — perché questo approccio garantisce crescita e sviluppo ma in una prospettiva inclusiva, per tutti»…

 

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