Se l’elezione di Carlo Bonomi alla presidenza di Confindustria fosse avvenuta prima dell’epidemia avrebbe avuto un segno lineare: un profondo rinnovamento dell’associazione trainato dal nuovo triangolo industriale Treviso-Bologna-Milano. E del resto scorrendo le 50 pagine scritte da Bonomi in sede di presentazione della sua candidatura si possono trovare la a e la zeta del suo progetto. Dall’imprescindibile trasformazione 4.0 alla transizione energetica, da nuove relazioni industriali al sogno di un’Ena italiana. Un programma che per essere realizzato avrebbe richiesto una doppia mutazione, dell’associazione e della stessa cultura delle imprese. E’ chiaro però che quell’agenda e quelle premesse andranno sì onorate (le dimensioni del successo di Bonomi lo richiedono) ma dovranno essere calate in un contesto del tutto differente…
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