Alternanza scuola-lavoro, le scuole preferiscono finanziarla con i fondi del Miur, che però in un anno sono stati ridotti di 6 milioni. E alcuni istituti hanno già cominciato a usufruire dei fondi Eramus+, il nuovo programma dell’Unione europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù, e lo sport per il periodo 2014-2020. Fotografa anche le fonti di finanziamento utilizzati dalle scuole per l’alternanza scuola-lavoro il monitoraggio annuale dell’Indire di questa metodologia didattica, i cui primi risultati nazionali per l’anno scolastico 2013/14 sono stati presentati la scorsa settimana a Job&Orienta, il salone nazionale dell’orientamento alla Fiera di Verona.
Il 76,7% degli 11.845 percorsi di alternanza scuola-lavoro attuati dalle scuole superiori italiane lo scorso anno scolastico utilizzano risorse del Miur: un + 4,2% rispetto al 2012/2013. Seguono i fondi d’istituto, stabili al 9,4% del totale delle fonti di finanziamento utilizzate e che le scuole possono usare sia per integrare i fondi ministeriali o quelli ricevuti da altri enti sia per avviare percorsi di alternanza interamente finanziati dalle scuole stesse. Percentuali nettamente inferiori quelle in cui sono stati utilizzati le altre tipologie di finanziamento. Iniziando dai fondi regionali scelti dal 3,8%, in calo del 4,7% in un anno.
Mentre crescono i fondi privati: 3,4% contro l’1,4% del 2013/2014. Ai finanziamenti del ministero del lavoro e ai fondi FSE (fondo sociale europeo) ricorre lo 0,8% degli istituti. Appena lo 0,6% alle risorse messe disposizione dalle Camere di Commercio, con quasi -1% in un anno. Stessa percentuale per i fondi PON, che erano allo 0,1% l’anno prima. Dimezzato il ricorso a risorse provinciali (0,3%) e azzerato quello ai fondi Cipe. «Le scuole sul tema finanziamento spiega Antonella Zuccaro dell’Indire lamentano la progressiva diminuzione delle risorse a fronte della necessità di aumentare la partecipazione all’alternanza sia degli studenti che dei docenti. Coinvolgimento degli insegnanti legato anche alla disponibilità di incentivi». Nonostante siano diminuiti da 26,8 milioni del 2012 ai 20,6 milioni del 2013 i finanziamenti Miur dell’ex legge n. 440 destinati all’alternanza scuola-lavoro, a cui fa riferimento il monitoraggio dall’Indire, il trend è positivo.
Secondo l’Indire, infatti, il 43,5% delle scuole superiori ha utilizzato l’alternanza: 2.361 istituti, di cui il 43,4% sono professionali, il 37,3% tecnici, il 13,3% licei, soprattutto scientifici. I 10.279 percorsi hanno coinvolto 210.506 studenti, il 10,7% degli alunni delle superiori, e sono stati realizzati per oltre la metà nei professionali, anche se quelli svolti nei tecnici e nei licei sono in netta crescita: rispettivamente +19,6% e +35,4%. Però è guardando alle 126.003 strutture ospitanti che emerge forse il trend più rilevante: il 43,8% sono imprese, +21,6% in un solo anno.
«Si va diffondendo la cultura dell’alternanza commenta Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’istruzione adesso come governo vogliamo portare a 200 ore negli ultimi tre anni l’attività di alternanza dei nostri ragazzi». Un cammino in salita, poiché in media i percorsi di alternanza sono stati di 97,9 ore annuali: 72,1 di formazione fuori dall’aula e 25,7 di formazione in aula. E la media degli ultimi 5 anni dei percorsi annuali si attesta intorno alle 118 ore. Tra le altre questioni aperte, oltre a «portare a sistema le diverse forme di alternanza», osserva Zuccaro, «la scelta tra alternanza formativa o lavorativa in modo da dare diverse opportunità a tutti gli studenti di trovare la propria via».