Anche per i dati vale la fortuna. Ce ne sono alcuni che diventano delle star, si trasformano immediatamente in materia prima per esternazioni dei leader politici o insopportabili risse televisive, altri che invece restano nel cono d’ombra. Come si usa dire, nessuno se li fila. E il motivo molto spesso è semplice: ci raccontano la realtà nuda e cruda e non sono strumentalizzabili. In questa categoria rientra la rilevazione lanciata mercoledì scorso dall’Istat a proposito dell’economia sommersa (anzi dell’economia «non osservata», come recita il lessico statisticamente corretto). Ebbene in Italia ci sono ben 3,7 milioni di unità lavorative irregolari e la loro incidenza è segnalata purtroppo in costante aumento, tanto da portare il cosiddetto tasso di irregolarità attorno al 16%. L’Istat precisa che questa quota si ottiene sommando sia il lavoro nero sia quello sottopagato ed entrambi sembrano in crescita. I settori nei quali queste pratiche risultano più frequenti riguardano i servizi alla persona, l’agricoltura, il commercio e la ristorazione…
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