Le informazioni riguardanti l’entità delle malattie croniche che colpiscono la popolazione europea sono molto limitate. Nell’ambito dell’indagine Eurostat è stata rilevata l’auto-percezione dello stato di salute della popolazione europea tra i 16 e i 64 anni.
Secondo i dati del 2012, il 31,5% della popolazione europea soffre di una malattia di lunga durata o un problema di salute, tuttavia solo il 9,9% percepisce la propria condizione di salute come grave o molto grave. Invece, l’8,9% dei cittadini europei dichiara gravi limitazioni di lunga durata nelle loro normali attività, a causa di problemi di salute.
Tabella 1 – Auto-percezione della salute della popolazione europea dai 16 anni ai 64 (% della popolazione totale), 2012
Soffre di una malattia di lunga durata o problema di salute | Situazione sanitariaauto-percepita come grave o molto grave | Auto-percezione di gravi limitazione di lunga durata nelle attività abituali dovute a problemi di salute | |
EU28 | 31,5 | 9,9 | 8,9 |
Austria | 33,1 | 9,0 | 9,6 |
Belgio | 24,4 | 8,9 | 7,5 |
Bulgaria | 18,6 | 11,9 | 3,9 |
Cipro | 32,6 | 6,7 | 7,9 |
Repubblica ceca | 30,0 | 12,8 | 6,2 |
Germania | 37,0 | 8,5 | 10,9 |
Danimarca | 28,9 | 7,7 | 6,8 |
Estonia | 43,7 | 16,3 | 9,8 |
Grecia | 23,8 | 9,3 | 10,1 |
Spagna | 26,2 | 8,1 | 5,1 |
Finlandia | 46,7 | 6,7 | 7,1 |
Francia | 36,6 | 8,5 | 8,8 |
Croazia | 29,4 | 25,8 | 5,3 |
Ungheria | 36,0 | 16,1 | 7,9 |
Irlanda | 26,5 | 2,8 | 4,9 |
Italia | 24,5 | 12,4 | 9,5 |
Lituania | 29,6 | 20,6 | 8,2 |
Lussemburgo | 20,2 | 7,4 | 5,8 |
Lettonia | 35,2 | 14,9 | 6,9 |
Malta | 28,9 | 3,4 | 2,8 |
Olanda | 34,6 | 5,8 | 5,8 |
Polonia | 34,5 | 14,7 | 7,5 |
Portogallo | 37,1 | 18,2 | 9,3 |
Romania | 19,8 | 9,6 | 8,0 |
Svezia | 34,0 | 4,3 | 6,1 |
Slovenia | 35,3 | 12,4 | 11,5 |
Slovacchia | 29,8 | 12,6 | 10,0 |
Regno Unito | 32,9 | 8,2 | 10,6 |
Norvegia | 30,8 | 6,3 | 4,3 |
Come è possibile osservare nella tabella 1, Finlandia (46,7%), Francia, Germania, Estonia (43,7%), Ungheria, Portogallo e Slovenia sono gli stati nei quali oltre il 35% della popolazione dichiara di avere un problema di salute o una malattia di lunga durata. Al contrario invece, Belgio, Grecia, Italia e Lussemburgo, ma in particolare Bulgaria (18,6%) e Romania (19,8%) sono gli stati nei quali si riscontrano dati al di sotto del 25%, ovvero nei quali si ha il minor numero di cittadini che dichiara di avere un problema di salute.
La stessa rilevazione evidenzia che la percentuale delle donne (33,3%) che affermano di avere un problema di salute è maggiore di quella degli uomini (29,5%) (per un approfondimento in materia si consulti http://eurofound.europa.eu/observatories/eurwork/comparative-information/employment-opportunities-for-people-with-chronic-diseases).
Per quanto riguarda l’auto-percezione di malattie gravi o molto gravi, si riscontrano percentuali elevate in Croazia, Lituania, Ungheria, Estonia e Portogallo, dove queste superano il 15%. Percentuali minori al 5% si possono invece osservare in Svezia, Malta e Irlanda.
Andando oltre l’auto-percezione dello stato di salute, le malattie croniche più diffuse nella popolazione europea sono le patologie cardiovascolari (arteriosclerosi e infarto) (23%), problemi neuropsichiatrici (depressione, schizofrenia, demenza, Parkinson, sclerosi multipla) (20%) e cancro (11%). A seguire, si annoverano i disturbi gastrici e digestivi (5%), malattie respiratorie (5%), disturbi muscolo-schelettrici (4%) e diabete (2%) (European Observatory on Health Systems and Policies, Tackling chronic disease in Europe, 2010).
Per completezza del quadro delle malattie e del lavoro dei malati, è interessante, accanto alle malattie croniche, dare uno sguardo alle malattie professionali, che si intrecciano con le malattie croniche. Dalla tabella dell’Eurostat aggiornata al 2013, indicante le percentuali di persone che hanno riportato uno o più problemi di salute collegati al lavoro negli ultimi 12 mesi, si evince che le principali malattie presenti a livello europeo sono quelle muscolo scheletriche, seguite da ansia, stress e depressione, mal di testa e affaticamento oculare, malattie cardiovascolari.
Grafico 1 – Malattie professionali riportate dalla popolazione europea aggiornate al 2013
Fonte: Eurostat http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=hsw_pb5&lang=en.
Analizzando la situazione relativa ad ogni stato europeo è possibile osservare alcune differenze dall’andamento medio.
Ad un primo impatto si riscontra che negli Stati dell’Est Europa non compaiono tra le principali malattie professionali e quindi, non seguono l’andamento della media europea, relativamente alle percentuali di stress, ansia e depressione. Ciò si può osservare in Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Lituania, Romania e Slovacchia, probabilmente a seguito di una industrializzazione tardiva rispetto agli altri paesi europeo.
Sempre in questi stati, invece, sono maggiori le malattie infettive, cardiovascolari e polmonari. In particolare, in Romania, per esempio, si registrano percentuali abbastanza elevate: 19,9% per le malattie polmonari e 13,8% per quelle cardiovascolari.
Tabella 2 – Principali malattie professionali riscontrate negli stati europei, aggiornate al 2013
Stato | Malattie |
Belgio |
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Bulgaria |
|
Repubblica Ceca |
|
Danimarca |
|
Germania |
|
Estonia |
|
Irlanda |
|
Grecia |
|
Spagna |
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Francia |
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Croazia |
|
Italia |
|
Cipro |
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Lettonia |
|
Lituania |
|
Lussemburgo |
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Ungheria |
|
Malta |
|
Olanda |
|
Austria |
|
Polonia |
|
Portogallo |
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Romania |
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Slovenia |
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Slovacchia |
|
Finlandia |
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Svezia |
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Regno unito |
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Norvegia |
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Fonte: http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=hsw_pb5&lang=en.
Le malattie professionali variano anche a seconda dell’età. È infatti possibile osservare, che all’aumentare dell’età, si ha un progressivo aumento delle persone che segnalano problemi di salute negli ultimi 12 mesi, ciò accade in quasi tutti gli Stati europei con l’eccezione di Danimarca, Germania, Francia, Italia, Malta, Svezia, nei quali le percentuali di malattie professionali tendono a diminuire nella fascia d’età tra i 55 e i 64 anni.
Grafico 2 – Percentuali di malattie professionali per fasce di età a livello europeo nei seguenti settori economici: agricoltura, caccia e silvicoltura, pesca, estrazione di minerali, produzione
Fonte: http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=hsw_pb5&lang=en.
Altre considerazioni possono essere formulate osservando il grado di istruzione dei lavoratori affetti da patologie croniche, aspetto che incide inevitabilmente nella tipologie di mansione svolta. I lavoratori con istruzione elementare, ma anche secondaria (sia di primo sia di secondo grado), come mostrano i grafici 3 e 4, denunciano principalmente patologie muscolo-scheletriche (rispettivamente 63,2% e 57,4%), peraltro con una incidenza molto elevata rispetto ad altre malattie. Nei lavoratori che hanno un livello di istruzione universitario, si riscontrano come prevalenti sempre le malattie musco-scheletriche (35,7%), ma con livelli ridotti rispetto alle altri classi. Aumenta invece l’incidenza di stress, ansia e depressione che raggiungono quasi la stessa percentuale (34,7%) delle malattie musco-scheletriche.
Le condizioni di lavoro e i mezzi con i quali si lavora influiscono molto sulle diverse tipologie di malattie professionali. Sebbene le malattie muscolo-scheletriche siano sempre la maggior causa, dovute principalmente a sforzi e a posizioni scorrette assunte non solo in campo lavorativo, ma anche nel quotidiano; mal di testa e affaticamento oculare sono relativi soprattutto a chi utilizza apparecchi e dispositivi informatici ed elettronici.
Questa suddivisione per livello di istruzione è relativa alle mansioni che possono essere svolte dai lavoratori. Infatti, mentre in passato si poteva aspirare a posizioni qualifiche elevate anche con una istruzione secondaria, oggi questo avviene raramente. Ciò si può osservare soprattutto nell’ambito della progettazione, nel quale operano lavoratori fortemente specializzati come ingegneri.
Grafico 3 – Malattie professionali riportate dai lavoratori che hanno frequentato la scuola elementare
Grafico 4 – Malattie professionali riportate dai lavoratori che hanno frequentato scuole secondarie di primo e secondo grado
Grafico 5 – Malattie professionali riportate dai lavoratori che hanno ottenuto un’istruzione universitaria
Osservando i dati con riferimento alla professione svolta dal lavoratore, il 15,3% dei lavoratori nel settore agricolo, nella pesca e nell’artigianato affermano di avere sofferto nell’ultimo anno di malattie professionali. Il settore che mostra il minor numero di malattie professionale è quello degli impiegati e commercianti, dove si riscontra il 12,3%. Mentre fa riflettere la percentuale di manager e professionisti, dove il dato raggiunge il 13%, proprio per l’elevato tasso di stress, ansia e depressione ai quali sono sottoposti.
Anche la dimensione dell’azienda sembra una variabile che incide sulle malattie professionali riportate dai lavoratori. Nelle aziende con massimo 10 lavoratori, la percentuale delle malattie professionali riportate è del 12,2%, mentre in quelle con un numero di lavoratori maggiore a 10, la percentuale è del 13,1%.
Altri dati Eurostat mostrano una minima differenza nella segnalazione di problemi di salute tra i lavoratori dipendenti (12,7%) ed autonomi (12,9%). La percentuale è minore, invece, per chi collabora in un’impresa familiare (10,7%).
Francesca Pastorelli
Studentessa Economia aziendale
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
@pastorellifra