Nascono e si sviluppano come incendi della macchia mediterranea feroci polemiche su temi di incredibile arretratezza come quello sui controlli a distanza dei dipendenti, in relazione alle modeste modifiche dell’art. 4 del vecchio statuto dei lavoratori, oltre tutto senza tener conto del fatto che, in questi 45 anni, si è sviluppato un ampio, seppur farraginoso, sistema di tutela della riservatezza delle comunicazioni.
Ora, mentre è sempre vivo lo scandalo – perché si dice ad alta voce quello che tutti sanno e fanno – sulle intercettazioni dei potenti della terra fra di loro; mentre su Facebook o su altri social network tutti dicono di tutto che li riguardi, anche intimamente; mentre si stanno sviluppando schemi di lavoro proprio basati sulle connessioni remote e sul mondo dell’online; questo dibattito tra tricoteuse del lavoro e fini interpreti del diritto sembra fuori dal nostro mondo/tempo.
Premesso che qualunque rapporto si basa sulla fiducia e vive nello spazio/tempo, anche virtuale, con la buona fede reciproca, quindi il riscontro della persistenza di tale condizione dovrebbe essere del tutto occasionale, a meno che le specifiche condizioni del lavoro non lo rendano costante, non si vede perché chi mette a disposizione di un altro un macchinario, per così dire comunicativo, destinato a una produzione non possa, se del caso, controllare l’uso che di tale macchinario viene fatto.
Ovviamente come e quando potrà essere effettuato il controllo dovrà essere chiarito all’atto dell’assegnazione del macchinario; chiaramente andrà sempre e comunque garantita la riservatezza dei contenuti delle comunicazioni, anche se effettuate abusivamente; possibilmente andrà gestito il tutto in termini di ragionevolezza e di buon senso, ma questo attiene alla maturità delle parti e non può e non deve rientrare in una logica legalistica.
La grande trasformazione del lavoro che c’è già e che continuerà ad ampliarsi e ad approfondirsi richiede proprio questo: una maggiore maturità di tutti gli attori del mondo del lavoro – regolatori, (interpreti), controllori e regolati – di questo grande gioco da cui dipende il futuro delle attuali e delle prossime generazioni, nei limiti in cui potremo sottrarre lavoro intelligente alle macchine sempre più intelligenti ma, forse, non mai tanto intelligenti quanto gli umani.
ADAPT Professional Fellow
@occamorazi