Svanito il tempo crudele delle ideologie, resta il buono delle idee. Marco Biagi 12 anni fa è stato ucciso dalla follia di un piombo Br tanto tragico quanto anacronistico, per avere dato voce e nerbo alla svolta riformista nel lavoro, tema tabù come nessun altro. Oggi diventa addirittura semplicistico dire che quell’eredità culturale ha trovato compimento nel piano di Matteo Renzi che va sotto il nome di Jobs Act. Marco Biagi, giurista orgogliosamente comparatista (ieri e oggi all’Università di Modena lo ricordano i colleghi internazionali), forse avrebbe per primo sorriso per quella deriva nominalistica americaneggiante, ma certo vi avrebbe ritrovato gran parte dell’impostazione pragmatica e a-ideologica dei suoi studi.
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Marco Biagi: dignità del lavoro il vero riscatto