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Bollettino ADAPT 9 marzo 2020, n. 10
Tra osservatori e commentatori, la recessione che rischia di delinearsi anche per l’economia italiana a causa dell’emergenza del nuovo coronavirus ha già condotto a numerosi paragoni con la crisi finanziaria innescata nel 2008. Il PIL dell’Italia è effettivamente ancora oggi sotto i livelli del 2007. La crisi, in origine divampata negli Stati Uniti, in Italia è durata più a lungo e con effetti più intensi, amplificata poi dalla crisi di fiducia sul debito pubblico.
Ma i problemi dell’Italia non sono iniziati e non sono circoscritti all’ultimo decennio. Già prima del 2008 la velocità di crociera del nostro Paese era ridotta ai minimi storici. Laddove il cinquantennio post bellico aveva visto l’Italia avvicinarsi ai livelli di benessere sociale dei paesi più ricchi, l’ultimo quarto di secolo ha sancito un’inversione di tendenza. La stagnazione italiana si era già avviata in concomitanza con una fase di forte sviluppo dell’economia mondiale, in cui numerosi paesi, la Cina ne è il caso più emblematico e rilevante, emergevano da una condizione di ritardo e le nuove tecnologie si imponevano a livello globale.
Quali le ragioni di tale arretramento? Vi sono legami tra quanto avvenuto nel decennio della lunga crisi e il periodo precedente? Che ruolo hanno giocato i vincoli discesi dal mutato contesto (l’ingresso nell’euro, l’emergere di nuovi e importanti competitori, l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, la finanziarizzazione dell’economia) e quanto hanno pesato invece i tradizionali tratti strutturali della società italiana? “Che fare” quindi per ridare forza alla speranza di una ripresa della crescita e del benessere nel nostro paese? Sono questi i quesiti ai quali proviamo a rispondere nel libro “Molto rumore per nulla: La parabola dell’Italia, tra riforme abortite e ristagno economico”.
Per individuare una traccia d’indagine, abbiamo ricostruito i principali andamenti economici e sociali nell’ultimo ventennio, inserendo le peculiari vicende italiane nel quadro dei principali mutamenti intervenuti nell’economia mondiale e nel contesto in cui l’Italia è inserita. Una rappresentazione delle speranze e dei i timori legati ai fenomeni di quella Grande Trasformazione del lavoro che da tempo vengono approfonditi anche su queste pagine. A partire dallo sviluppo tecnologico (un mondo popolato da app e robot), passando per la globalizzazione dei mercati e l’emergere di nuove potenze economiche, fino ad arrivare all’ascesa (e il declino?) della finanza e i vincoli discendenti dall’appartenenza all’area dell’euro.
Nella II parte del libro si accede invece ad una descrizione delle politiche economiche e sociali del decennio della crisi, evidenziandone i dilemmi (tra le urgenze dell’oggi e le sfide di più lungo periodo) e i limiti, con tentativi di riforma spesso estemporanei e privi di continuità. Si discutono gli indirizzi delle politiche fiscale e bancaria, nonché i principali interventi di riforma, nel mercato del lavoro, nel sistema educativo, nelle pubbliche amministrazioni, nel funzionamento della giustizia, negli investimenti infrastrutturali, nella regolamentazione dei mercati e nelle politiche industriali.
Infine ci interroghiamo sui fattori sottostanti il rigetto politico di tali misure, sancito dalle elezioni del 2018, e descrivono l’esperienza del c.d. governo del cambiamento, caduto nell’estate del 2019. Ricostruzione di sistema che costituisce la premessa necessaria per formulare un “decalogo” di suggerimenti per il rilancio del paese. Un contributo nel tempo di una nuova emergenza che interpella tutte le componenti del sistema economico e sociale e che si presenta anche come occasione per la politica di individuare spazi di convergenza e di convenienze reciproche.
Paolo Sestito
Roberto Torrini