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Cambiamenti demografici e nuove tecnologie stanno modificando profondamente il mercato del lavoro. Prende corpo una nuova concezione dello stesso quale sistema sociale aperto, dove il lavoro stesso intercetta diversi possibili status e condizioni degli attori che vi operano. Tali trasformazioni stanno riguardando sia la tipologia dei beni prodotti, sia le modalità e le località in cui essi vengono realizzati, con evidenti ripercussioni a livello territoriale. Per alcune aree geografiche si traducono in aumenti nella domanda di lavoro, della produttività, dell’occupazione, nonché di redditi più alti. Per altri territori significa, invece, chiusura di fabbriche, disoccupazione e salari più bassi. Questa radicale redistribuzione di impieghi, popolazione e ricchezza è certamente una delle sfide che i territori sono già chiamati ad affrontare e che ne determineranno nuove architetture e performance nei prossimi decenni. Per il rilancio economico e sociale e la rigenerazione dello sviluppo di un territorio, dunque, risulta sempre più essenziale indirizzare le energie verso la costruzione di alleanze strette tra i luoghi che condividono esigenze analoghe, avendo ben presenti le identità distintive locali, attraverso un efficace raccordo tra istituzioni, forze produttive, centri della conoscenza e comunità sociali dei territori coinvolti, nel solco di quella che viene definita nuova geografia del lavoro (sul tema si veda E. Moretti, La nuova geografia del lavoro, Mondadori, 2014). Lo stesso per il mercato del lavoro dove il concetto chiave diventa quello della costruzione e del governo delle transizioni occupazionali (cfr. L. Casano, Le transizioni occupazionali nella nuova geografia del lavoro: dieci domande di ricerca, nòva – Il Sole 24 Ore, 23 febbraio 2017).
In questo scenario di riferimento, un esempio che può essere menzionato è quello riguardante il territorio Pinerolese, che si è trovato a dover affrontare sensibili difficoltà a causa della crisi economica verificatasi a cavallo tra il 2007 e 2008, criticità testimoniate sia dai dati relativi sia al mercato del lavoro locale, sia dal numero di imprese che hanno cessato la propria attività. Per procedere ad una sintesi del quadro occupazionale nel territorio di riferimento, i diversi ambiti analizzati (a livello comunale, di Sistema Locale del lavoro, distrettuale, provinciale e regionale) e le informazioni hanno permesso di elaborare una fotografia delle specializzazioni del territorio e delle criticità che lo stesso si è trovato ad affrontare a partire dall’avvento della crisi economica.
Gli indicatori presi in esame hanno permesso di individuare sia elementi di continuità con le dinamiche occupazionali ed economiche che hanno interessato l’intero quadrante metropolitano di Torino (tra cui la specializzazione metalmeccanica dei distretti industriali, a conferma dell’impatto che può essere generato sui territori circostanti, da un polo cittadino aggregante), sia caratteristiche peculiari del mercato del lavoro di Pinerolo (ad esempio le recenti buone performance delle assunzioni nei segmenti più giovani della popolazione locale).
Il territorio provinciale e quello comunale, relativamente ai settori produttivi, si caratterizzano per un forte peso del terziario (rispettivamente il 76,2% e 58% delle assunzioni nell’ultimo biennio si sono registrate in questo settore), cui segue una percentuale significativa di assunzioni nell’industria (compreso il settore delle costruzioni), soprattutto a livello comunale.
Anche per quanto riguarda le tipologie contrattuali, sempre nell’ultimo biennio, è possibile individuare una significativa preponderanza dei contratti a tempo determinato (circa il 76% del totale delle attivazioni tanto a Pinerolo, che a livello provinciale, in crescita rispetto al 2015) ed una sensibile flessione di quelli a tempo indeterminato (rispettivamente del 30% in provincia e del 21% nel Comune tra il 2015 ed il 2016). Nello stesso arco di tempo, seppur riguardando una quantità esigua di assunzioni (attorno al 4%), il territorio di riferimento ha visto un incremento delle attivazioni con contratto di apprendistato (+26% provinciale, +36% comunale).
Prendendo in esame il Sistema Locale del Lavoro, specializzato nell’industria metalmeccanica, (quello di Pinerolo conta 46 comuni e una popolazione stabile nell’ultimo decennio entro un range di 135-139 mila residenti), la media del tasso di occupazione nel periodo considerato si attesta attorno al 46,7% (calcolata quale percentuale degli occupati rispetto alla popolazione con 15 anni o più), quella del tasso di disoccupazione al 6,7% (che dal 2006 risulta in crescita fino al 2014 – anno in cui tocca il valore più alto: 10,7%, per poi decrescere a partire dal 2015). Il biennio in cui si è assistito a una crescita più marcata del tasso di occupazione è quello 2014-2015.
Nel quadrante metropolitano di Torino, invece, a fronte di un tasso di occupazione (2008-2016) stabile intorno al 65% (per la fascia di età 20-64 anni), il tasso di occupazione per popolazione tra i 15 ed i 29 anni, invece, si attesta su valori più contenuti tra il 45 e il 31% (con una flessione significativa di circa 10 punti percentuali a partire dal 2012). Il tasso di disoccupazione, in crescita dal 2008 al 2014 con un picco del 12%, negli ultimi tre anni è leggermente diminuito, restando comunque sopra il 10%.
Un dato rilevante è quello relativo alla attivazione e cessazione di imprese nel territorio della Provincia di Torino. Il numero delle imprese attive dal 2006 al 2016 è andato crescendo nei primi anni, toccando il numero massimo di 208.016 nel 2010, per poi diminuire drasticamente negli anni a seguire. Nel 2015 e 2016, infatti, il numero delle imprese attive risulta inferiore a quello iniziale del 2006 (rispettivamente 197.084 e 195.671 a fronte di 197.797 del 2006).
Per quanto riguarda le attivazioni di nuove imprese, si è registrata una flessione delle iscrizioni, passate dalle 19.524 del 2007 alle 13.889 del 2016. Al contempo, nel periodo preso a riferimento, la media delle imprese che hanno cessato la propria attività è stata di 16.821 per anno, con il 2012 e 2013 che hanno fatto registrare i valori più alti, rispettivamente di 18.740 e 18.973 cessazioni. Confrontando i dati su attivazioni e cessazioni, è possibile notare come sia stato il 2013 l’anno in cui il saldo è risultato particolarmente negativo: 15.616 nuove iscrizioni, a fronte di 18.973 imprese cessate (saldo negativo di 3.357 unità).
Se la vocazione manifatturiera del territorio comunale e del Sistema Locale del Lavoro è quella metalmeccanica, così, anche con riferimento al livello Regionale, il Piemonte conta ben 36 Sistemi Locali del Lavoro, cioè oltre un terzo di tutti quelli del Nord-Ovest, caratterizzati da una elevata caratterizzazione manifatturiera (24). Un dato rilevante ai fini dell’inquadramento delle specializzazioni produttive dell’industria piemontese è quello relativo al sistema dei Distretti Industriali: dei 7 distretti, ben 5 sono della meccanica (dei restanti due, un distretto è della chimica, petrolchimica e prodotti in gomma e materie plastiche, l’altro specializzato nella gioielleria, oreficeria e strumenti musicali). Infine, coerentemente con quanto fin qui evidenziato è stato possibile rilevare che, all’interno dei Distretti Industriali, il settore della meccanica occupa più della metà degli addetti in regione.
I dati fin qui esposti saranno illustrati, assieme ad altre evidenze e dimensioni d’indagine, nel corso di un incontro, che si terrà il 19 dicembre a Pinerolo (TO): la Sala Conferenze del Polo Ecologico Acea Pinerolese ospiterà, infatti, il convegno “Il Pinerolese nella nuova geografia del lavoro”.
L’incontro è la prima iniziativa che fa seguito alla recente collaborazione tra ADAPT ed ACEA, CENTRO SVILUPPO E INNOVAZIONE (ACSI) ed il Consorzio Pinerolo Energia (CPE, braccio operativo di ACSI) che riunisce, attorno a svariati gruppi di lavoro una cinquantina di imprese, enti e multinazionali.
Questa iniziativa, tesa ad implementare gli obiettivi del Consorzio, è un laboratorio progettuale che si propone di contribuire alla crescita e allo sviluppo del territorio Pinerolese attraverso attività volte alla creazione ed al rafforzamento di sinergie e cooperazione tra imprese, enti, associazioni e tutto il tessuto sociale locale di riferimento. Infatti, come si può leggere nello statuto del CPE, esso “si prefigge – tra l’altro – di favorire la creazione di un polo generatore di nuove idee e occasioni d’impresa, contribuendo al contempo al rilancio economico del territorio Pinerolese, anche attraverso la collaborazione con i Comuni, altri enti pubblici, soggetti privati”.
Il convegno sarà anche l’occasione per porre una prima base per la predisposizione di un osservatorio su impresa e lavoro a Pinerolo, indispensabile alla progettazione ed attuazione di future iniziative e politiche volte allo sviluppo locale, un obiettivo realizzabile solo attraverso la costruzione di un network che sia il più possibile collaborativo, costituito da soggetti che, in una logica di rete, potranno contribuire con le proprie risorse – materiali ed immateriali – al rilancio del territorio Pinerolese.
Scuola di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro
Università degli Studi di Bergamo
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