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Bollettino ADAPT 8 novembre 2021, n. 39
L’accordo di programma siglato in data 4 febbraio 2020 tra Assosistema Confindustria, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil è stato ora reso pienamente operativo, grazie alla consegna, da parte dell’Ente Bilaterale EBLI alle parti sociali, della prima relazione sulla concorrenza sleale e sul dumping contrattuale nel settore delle lavanderie industriali che operano in ambito sanitario e turistico-alberghiero.
L’accordo di programma del 4 febbraio 2020
Il lavoro è stato frutto dell’Osservatorio Nazionale sulla Legalità, istituto presso EBLI, che, in collaborazione con un ente terzo, ha dato avvio alle relative fasi di attuazione del programma. In particolare, l’accordo era stato siglato durante la trattativa per il CCNL e successivamente recepito nell’accordo di rinnovo del 5 gennaio 2021 (v. anche R. SCHIAVO, L’accordo di programma per il contrasto al dumping nel settore delle lavanderie industriali, Bollettino ADAPT 17 febbraio 2020, n. 7; R. SCHIAVO, Storie di azione e contrattazione collettiva – Arriva il primo rinnovo contrattuale del 2021: analisi dell’accordo delle lavanderie industriali, Bollettino ADAPT 11 gennaio 2021, n. 1). Le parti avevano chiamato in supporto EBLI – organo già preposto a svolgere funzioni di analisi di settore – al fine di concretizzare una serie di azioni, tra cui la promozione di strumenti utili all’individuazione di possibili fenomeni di irregolarità. Alla luce di ciò, l’ente bilaterale ha concluso il primo documento di analisi, all’interno del quale sono evidenziate, e suddivise per territorio, alcune situazioni aziendali fortemente al limite nella gestione del personale e del modello industriale. L’ausilio dell’ente terzo a cui si è affidato EBLI è servito a garantire la qualità e la terzietà dell’operazione, nonché per reperire quantitativamente informazioni di bilancio delle aziende operanti nel settore delle lavanderie industriali.
I primi risultati emersi nella relazione EBLI
I fenomeni evidenziati nel documento sono molteplici e di diversa natura. È stata riportata un’analisi comparata degli istituti economici e normativi tra il CCNL leader ed altri contratti utilizzati e/o incidenti nel settore, al fine di evidenziarne le differenze. In tema di somministrazione illecita di manodopera, è stato invece analizzato per ogni azienda il dato del costo del lavoro (e quello dei servizi) in riferimento al fatturato, e sono state messe in risalto quelle realtà in cui tali rapporti discostino dalle mediane di settore. Un rapporto tra costo del lavoro e fatturato significativamente più basso rispetto alla mediana del settore potrebbe rivelarsi un indicatore utile a segnalare un basso utilizzo di manodopera interna. Allo stesso modo, un rapporto tra costo dei servizi e fatturato significativamente alto rispetto alla mediana del settore potrebbe attestare che l’azienda stia utilizzando in maniera preponderante personale esterno, che, quindi, con molta probabilità viene impiegato anche nelle fasi interne al processo di lavorazione. In alcuni casi aziendali, l’Osservatorio ha rilevato considerevoli scostamenti dalle mediane. Fattore che sarà da attenzionare congiuntamente con gli organi territoriali preposti al controllo, dato che, di per sé, l’esternalizzazione di una fase produttiva non rappresenta un illecito. Esse rappresentano un rischio per il settore qualora diventino un mero strumento di riduzione del costo del lavoro alternativo ai costi della somministrazione. Inoltre, l’analisi dei dati di bilancio ha fatto emergere anche altri fenomeni che le parti non avevano individuato inizialmente. Come dichiarato dalle parti nel recente comunicato stampa, lo scopo della relazione non ha avuto il fine di rilevare direttamente fattispecie di illecito, bensì quello di individuare alcuni campanelli di allarme utili a sensibilizzare, nonché facilitare, le operazioni di controllo da parte degli organi ispettivi.
Riflessioni conclusive
Il lavoro di analisi dell’ente bilaterale è stato portato a termine. Le cause iniziali che hanno dato luogo all’accordo di programma erano soprattutto due: da un lato, si assisteva all’applicazione da parte di alcune aziende di altri contratti non leader nel settore, con il solo scopo di definire trattamenti economici e normativi meno onerosi per le imprese; dall’altro, la diffusione di cooperative spurie, finalizzate alla mera acquisizione di appalti non genuini attraverso la riduzione del costo del lavoro. L’Osservatorio ha messo in risalto anche altri profili, grazie all’utilizzo dei dati di bilancio. Questo lavoro rappresenta un primo tassello per l’attuazione delle prossime azioni: si darà ora avvio alle interlocuzioni con le istituzioni pubbliche, in cui verranno esposti i risultati che sono emersi. Già in questo mese, le parti svolgeranno il primo incontro nazionale per definire le modalità di intervento, i tavoli di lavoro a livello territoriale e il coinvolgimento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro competente per territorio.
Scuola di Dottorato di ricerca in Apprendimento e Innovazione nei contesti sociali e di lavoro
ADAPT, Università degli Studi di Siena