Il mio canto libero – Quale futuro per Confindustria

Bollettino ADAPT 18 dicembre 2023, n. 44
 
Il futuro prossimo di Confindustria non interessa solo gli associati al suo sistema. L’intera economia, le dinamiche sociali, la stessa capacità delle istituzioni saranno influenzate dal grado di autorevolezza dei nuovi vertici della maggiore organizzazione delle imprese italiane.
In primo luogo, questi subentreranno in coincidenza con la nuova legislatura europea assumendo il compito, nel dialogo con le istituzioni nazionali e con le organizzazioni d’impresa dei maggiori Paesi membri dell’Unione, di rivedere tempi e modi degli obiettivi di decarbonizzazione. In particolare, dopo gli anni di una regolazione ideologica, invasiva e con effetti asimmetrici, si tratterà di affermare il principio della neutralità tecnologica così da sollecitare la libera ricerca e il recupero di competitività. Servirà una attività di rappresentanza autorevole e determinata, soprattutto libera da cedimenti alla demagogia “politicamente corretta”.
 
Sul piano interno, la confederazione si troverà ad affrontare i temi della produttività a partire dal peso di uno Stato inefficiente, da relazioni collettive di lavoro troppo centralizzate, da un sistema educativo autoreferenziale. La conquista di una amministrazione amica dell’impresa non si realizza con il cacciavite delle piccole semplificazioni ma con la domanda di funzioni pubbliche liberate dall’ossessione della corruzione e responsabili dei risultati perché managerializzate grazie alla digitalizzazione e all’uso della contabilità economica patrimoniale.
 
Nelle relazioni di lavoro si dovrà finalmente prendere atto che gli andamenti retributivi non possono non riflettere quelli della produttività d’impresa così come il costo della vita e l’efficienza di infrastrutture e servizi nei diversi territori. La contrattazione di prossimità è inoltre adattiva, consente alle parti di adattarsi reciprocamente in funzione di obiettivi condivisi, magari sperimentando lo scambio tra collaborazione e partecipazione. Riuscirà la nuova Confindustria ad affrancarsi dai veti della Cgil e dalla tentazione del “duopolio” con essa?
 
Tocca all’impresa infine spezzare i vizi della istruzione e formazione offrendo la disponibilità a concorrere alla pedagogia esperienziale, partecipando alla riforma della filiera tecnologico-professionale, sollecitando il profondo cambiamento dei percorsi universitari costruiti sulla moltiplicazione delle cattedre.
In una parola, occorre un moderno sindacato d’impresa, altamente professionale e capace di offrire continuamente ai decisori le buone ragioni di coloro che producono beni e servizi competitivi alimentando lavoro di qualità.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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