Il fatto che la tutela del lavoro dei rider fosse anche, se non soprattutto, parte di una strategia mirata di comunicazione politica del Movimento 5 Stelle, lo aveva detto, nemmeno tanto tra le righe, l’allora Ministro del lavoro Luigi di Maio dando avvio al “Governo del Cambiamento”. Il 4 giugno del 2018 le cronache del sito del Ministero del Lavoro ci informavano che il suo primo giorno di attività il neo-ministro lo aveva voluto “dedicare ai lavoratori delle piattaforme di food delivery” […]. Simbolo di una generazione abbandonata, che non ha tutele e, a volte, nemmeno un contratto“. La vicenda dei rider italiani, allora ancora contati attorno alle 10.000 unità, si configura quindi sin da subito come un’azione simbolica, prima ancora che un’iniziativa istituzionale con il governo nel ruolo di regista delle relazioni industriali (già in quel primo incontro con i rider di Roma e di Bologna, Di Maio dichiarava infatti l’intenzione di coinvolgere tutte le forme di rappresentanza, anche quelle tradizionali)…
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