L’antropologia culturale da tempo ha compreso la rilevanza per la dimensione politica dell’homo sapiens sapiens dei riti. Secondo David J. Kertzer “è con la partecipazione ai riti che il cittadino di uno Stato moderno può identificarsi con più ampie forze politiche che possono essere colte solo in forma simbolica. Il rituale politico ci fornisce un modo per comprendere cosa accade nel mondo, poiché il mondo in cui viviamo, per essere compreso, ha bisogno di venire semplificato drasticamente”.
Tutto sommato le cose non sono molto cambiate nel corso del tempo. Anche nelle moderne società, caratterizzate dalla separazione della sfera religiosa da quelle economica e politica, i riti continuano ad essere fondamentali nella gestione del potere, malgrado l’interpretazione dei processi sociali che gli utilitaristi hanno cercato di far prevalere nel corso del tempo. Si tratta di ricercare una definizione di “rito” che vada oltre a quella data da uno dei padri della sociologia (Emile Durkheim, Le forme elementari della vita religiosa – Mimesis, 2016) : “Le regole di condotta che prescrivono come un uomo debba comportarsi in presenza del sacro”. Se si definisce il rito quale “comportamento simbolico ripetitivo e socialmente standardizzato” se ne coglie più compiutamente l’importanza ai fini della vita sociale ed organizzativa di ciascuno di noi…
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