In occasione della recente Giornata mondiale per la lotta al cancro, il governo francese ha annunciato un nuovo piano di tutela della salute pubblica nella politica nazionale, stanziando 1,5 miliardi di euro per attività di ricerca e prevenzione delle malattie tumorali.
Questo ha avuto origine in seguito alle ultime rilevazioni dell’Observatoire sociétal des cancers. Esse evidenziano come un 1/3 dei lavoratori dipendenti affetti da patologia tumorale perda o lasci il proprio impiego nei due anni successivi alla scoperta della malattia, diversamente da quanto sostenuto dal 79% degli imprenditori, che dichiara, invece, di aver concesso misure specifiche ai propri dipendenti. Si registrano, inoltre, riassetti nelle mansioni, una riduzione dei tempi di lavoro e gravi ripercussioni sulla propria carriera.
In aggiunta, il Noncommunicable Diseases – Country Profiles 2014, pubblicato a luglio 2014, sottolinea la prevalenza in Francia di un maggior tasso di fumatori (36%), di un consumo di alcolici di 12,2 litri all’anno e di tassi di obesità del 18,2%.
Nonostante ciò, la politica nazionale sanitaria francese è da tempo incentrata sulla prevenzione dei rischi professionali attraverso la Strategia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro 2002-2006, adottata dall’Unione europea nel 2002 e fondata sull’azione congiunta delle aziende, delle parti sociali e delle istituzioni.
Nel 2005 è stato delineato un primo Plan Santé Travail – PST (Piano di Salute occupazionale), seguito nel 2010 dal secondo PST, inserito nella legge sulla sanità pubblica del 2004.
L’esigenza di intervenire su determinati rischi psicosociali e malattie croniche è legata ai loro rilevanti costi nazionali, stimati tra i 2 e i 3 miliardi di euro nel 2007 (C. Trontin, M. Lassagne, S. Boini, S. Rinal, Le coût du stress professionnel en France en 2007, Institut National de Recherche et de Sécurité, 2007).
Queste stime evidenziano l’importanza di realizzare una piena tutela della salute, dell’integrità e della dignità della persona in ogni ambiente di lavoro.
A distanza di dieci anni è stato convalidato da François Rebsamen, Ministro del lavoro, il “Terzo piano per la salute al lavoro” (PST3), inerente il periodo 2015-2019, che si distingue dai due precedenti per una visione più integrata della salute dei lavoratori.
Questo piano prevede sette aree principali riguardanti le attività di prevenzione, cessazione di carriere per malattia, promozione del ritorno al lavoro, supporto alle imprese per migliorare la qualità della vita lavorativa, semplificazione del diritto sulla salute legato all’assistenza sanitaria, realizzazione di un sistema di conoscenza, accrescimento dell’efficacia dell’azione pubblica e privata nel campo della salute.
Per realizzare azioni concrete in queste aree, è necessario incoraggiare una cultura sociale incentrata sulla prevenzione, con il supporto di servizi che rilevino la valutazione del rischio per la salute. La valutazione diviene essenziale in un programma che permetta al datore di lavoro di individuare le misure di prevenzione e di pianificarne l’attuazione, il miglioramento e il controllo, al fine di verificarne l’efficacia e l’efficienza.
A questo proposito, il Documento Unico della Valutazione dei Rischi (DUER) esistente richiede alcune modifiche atte a favorire un processo di prevenzione controllato, motivato e operativo.
In aggiunta, sulla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro è stato presentato il sito web “Travailler mieux”, che illustra i danni fisici e psicosociali ai quali può essere esposta una persona che svolge un’attività lavorativa.
Il nuovo piano francese sulla prevenzione della salute nei luoghi di lavoro promuove l’idea condivisa tra lo Stato e le Parti Sociali di un approccio positivo al lavoro e della priorità della salute, variabile essenziale di performance aziendale.
Prevenire la malattia significa promuovere il cambiamento sociale. Le risorse per promuovere il cambiamento devono essere incentrate su obiettivi che possono offrire le maggiori probabilità di successo e un rapporto ottimale di costi-benefici per le imprese e per le Istituzioni.
Pertanto, la messa in atto della politica di cambiamento in grado di aumentare il benessere individuale e sociale comporterà una vera e propria rivoluzione culturale, consentendo ai concetti legati all’ecologia umana di divenire patrimonio condiviso della collettività.
Su questo versante, la Francia sarà chiamata ad assumere il ruolo di leadership culturale e politica, con un investimento che renderà possibile aumentare la prosperità di una nazione e migliorare la qualità di vita dei suoi cittadini.
Il programma francese si propone quindi come un’utile piattaforma mediante la quale progettare e realizzare gli idonei strumenti di prevenzione. Esso è anche un modello da seguire e importare all’interno degli altri sistemi nazionali, al fine di migliorare il controllo e la prevenzione della salute negli ambienti di lavoro.
Fabiola Silvaggi
Scuola internazionale di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro
ADAPT-CQIA, Università degli Studi di Bergamo
@FabiolaSilvaggi