In un paese abituato a discutere di tutto in un clima da stadio, pochi temi dividono più del lavoro, forse solo uno: la scuola. Ecco perché a metterli insieme, benché separati dal trattino, c’è il rischio di creare una miscela esplosiva. La buriana che si è s c a t e n a t a sull’alternanza scuola – lavoro si spiega anche così. Ma mentre le curve si fronteggiano a modo loro, con l’immancabile corollario di lamentose denunce e repliche stizzite (“sfruttati”, “figli di papà”), sotto la superficie di questa vicenda si intravedono alcuni dei mali che da tempo scavano nella società italiana. Questi mali Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, tra i giuristi italiani più noti all’estero, li analizza da anni nella sua attività di commentatore. Uno dei più insidiosi consiste nella fiducia ingenua che la legge possa, da sola, risolvere i problemi in vista dei quali è concepita, senza che ci si curi troppo di quell’attività complessa, ma di vitale importanza, che è l’amministrazione, un’arte di cui, lo ha scritto di recente sul Corriere della Sera, “resta ben poco”. E proprio l’alternanza scuola – lavoro sembra rappresentare un caso da manuale di questa anomalia italiana…
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