La macchina burocratica oggi sembra inarrestabile, indomabile. Se ne è accorto anche il Governo che tra una un “Salva – Vivi e Sblocca Italia” ha in idea anche l’obiettivo di tentare la sburocratizzazione della macchina statale.
Certamente la partita sarà tra le più ardue e difficili ma almeno l’intenzione sembra lodevole, anche se la sfida è stata già affrontata da precedenti Esecutivi.
Il problema è di sicuro trasversale e comune a tutti i comparti e settori statali, nessuno (pochissimi) escluso. A questo, punto viste le difficoltà ormai croniche nel tentare uno snellimento del sistema, invece di inveire contro a quel che non funziona, vorremo provare in questa sede a suggerire qualche proposta dal fronte dei Consulenti del Lavoro e di coloro che si destreggiano tutti i giorni nei meandri della burocrazia del lavoro e del fisco.
Per tentare di dipanare la matassa a questo punto conviene trovare il capo del filo.
Un primo tentativo lo si potrebbe proporre avvallando quanto già in cantiere e cioè con l’introduzione di un contratto davvero unico per tutti e a tutele crescenti differenziabile però in base all’età di ingresso al lavoro, alla stato di disoccupazione-inoccupazione, all’età anagrafica del lavoratore. Un unico contratto con un’unica piattaforma di contrattazione che determini retribuzione e tutele paritetiche, integrabili solo a livello aziendale.
Rimanendo nell’ambito contrattuale, accantonando per un attimo i singoli campanilismi di comparto, benefica risulterebbe una disciplina unitaria in merito agli Enti bilaterali, ai Fondi sanitari e a quelli di previdenza complementare. Istituti che negli ultimi periodi si sono mastodonticamente moltiplicati ad un ritmo quasi virale per la gestione degli stessi adempimenti periodici. Istituti poi, che con la loro frammentazione, disperdono così le opportune risorse il più delle volte assorbite da costi di gestione interna e di struttura.
Non scampa all’analisi quanto avviene al momento dell’instaurazione, modifica o cessazione del rapporto di lavoro. In prima analisi risulterebbe agevole per tutti che le comunicazioni obbligatorie ai Centri per l’impiego fossero fruibili da un’unica piattaforma nazionale ma questo, ahimè, dovrebbe passare attraverso le forche caudine del tanto vituperato titolo V della Costituzione e della sua rivisitazione. Certo un unico sistema informatico snellirebbe non di poco il modus operandi degli addetti ai lavori. Le stesse piattaforme poi potrebbero essere già le porte di identificazione per tutte le tipologia contrattuali e di tutti gli adempimenti necessari in caso di particolari assunzioni (collaboratori domestici, sostituzioni di maternità , agevolazioni contributive particolari etc) senza doverli a volte replicare.
Nel mondo previdenziale poi le possibilità potrebbero essere infinite. Potremmo esordire con una fantascientifica standardizzazione delle tabelle contributive ad una sola aliquota contributiva generale per giungere sino a riunificare le agevolazioni contributive in un’unica disciplina (mobilità , ASpI, disoccupati, over 50, donne inoccupate, giovani over 30, giovani genitori, e chi più ne ha più ne aggiunga).
Tralasciando l’ingestibile frammentazione di comparti e tipologie di casse previdenziali, tre piccoli obiettivi potrebbero esser perseguibili.
In primo luogo quello della semplificazione delle procedure telematiche previdenziali, in particolare nella gestione delle aperture, modifiche e chiusure di posizioni aziendali. A suo tempo vedeva la luce il sistema “ComUnica” ma del quale, per troppe difficoltà , se ne è perso traccia. Riposizionando il tutto in un’unica piattaforma più semplice e intuitiva, di certo i tempi di predisposizione delle pratiche sarebbero notevolmente ridotti.
In seconda battuta utile sarebbe una rivisitazione del sistema DURC e regolarità contributiva. Gli sforzi profusi in questo periodo dall’Inps (anzi dal Super Inps) sono notevoli ma i risultati, purtroppo, sono davanti agli occhi di tutti: invii di comunicazioni massicci, avvisi impazziti, sospensioni dell’ultima ora etc. Il fatto che i pagamenti e le agevolazione alle aziende debbano essere possibili solo quanto queste ultime risultino in regola con la contribuzione è di sicuro un elemento di certezza e civiltà . Ma visto che ci si trova nell’epoca del tutto informatizzato e tracciato (o quasi), perché non incrociare le banche dati previdenziali con gli istituti bancari? Nel momento in cui un committente si accingesse ad effettuare un bonifico a favore di un appaltatore, fornendo alla procedura di pagamento on-line un apposito “codice contributivo” l’operazione potrebbe venir bloccata qualora il codice risultasse inabilitato per inadempienze.
Per le concessioni delle agevolazioni, invece, incrociando nuovamente le banche dati dell’Inps e delle varie casse di previdenza con i sistemi informatici dei Centri per l’Impiego ecco che all’atto dell’assunzione, qualora si segnalasse l’instaurazione di un rapporto di lavoro agevolabile, la procedura sancirebbe lo scarto in caso di non regolarità contributiva, bloccando così il problema in origine.
Passiamo alla parte assicurativa e infortunistica dell’Inail. In tale contesto, sempre mutuando le potenzialità infinite dell’informatica, la necessità di redigere una denuncia di infortunio potrebbe essere superata. Anche qui nel momento in cui un presidio ospedaliero od un medico trasmettesse telematicamente la relativa certificazione, ecco che l’istituto potrebbe intersecare i dati recuperabili presso l’Inps (per la parte retributiva), i Centri Impiego (per i dati anagrafici e l’inquadramento del rapporto di lavoro) e sarebbe in grado di comunicare al datore l’importo dell’indennizzo da erogarsi in busta paga.
Infine anche il mondo del fisco potrebbe dare una mano all’opera di snellimento. Basti pensare alla vicenda 770 di questi ultimi mesi. Un adempimento corposo, intriso di dati e informazioni ma che di sostanziale (almeno per le casse dell’Erario) ha ben poco. E allora perché non offrire queste informazioni all’Agenzia delle Entrate tramite il flusso UniEmens: un unico solo adempimento, effettuato ogni mese, il cui controllo incrociato avverrà con i versamenti F24 periodici (potremmo anche osare a che siano gli Istituti a richiedere i pagamenti avendo già i dati ma questo farebbe crollare tutto quel castello sanzionatorio costruito sulla presunzione assoluta delle violazioni). Questo permetterebbe anche l’eliminazione delle certificazioni CUD scaricabili da ogni contribuente accedendo direttamente ai siti Ministeriali (non è già così per i pensionati?).
Anche le certificazioni di ritenute nei confronti dei lavoratori autonomi potrebbero passare a miglior vita. Sarebbe infatti sufficiente indicare nel modello F24 di versamento il codice fiscale del percipiente in abbinata al codice tributo. A quel punto il professionista o il lavoratore autonomo accedendo alle procedure dell’Agenzia delle Entrate troverebbe bella e fatta la sua certificazione da usare in dichiarazione dei redditi (e perché non precompilata, per questi valori, dall’Agenzia stessa?).
Infine il modello di pagamento F24. Spesso sfugge la motivazione di una così variegata presenza e necessità di sezioni e codici. Riassumendoli quantomeno per tipologia reddituale – si pensi solo ai codici previsti per i sostituti d’imposta – si garantirebbe maggiore semplicità e minor rischio di errore.
Insomma, con forse qualche piccolo sforzo in più, una buona dose di entusiasmo e di competenze – nel nostro Paese non mancano basta cercarle – potremmo passare davvero dal mondo del “difficile” a quello del “facile”. Libereremo così risorse – economiche ed umane – che forse darebbero una spinta all’insù a qualche punto di PIL.
Francesco Geria
Consulente del Lavoro
Tabella riassuntiva
SITUAZIONE ATTUALE | PROPOSTA SEMPLIFICAZIONE | Note |
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Attualmente, in parte, risulta in discussione. |
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Necessaria una forte volontĂ sindacale / datoriale. |
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Necessaria una forte volontĂ sindacale / datoriale. | |
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In parte giĂ attuata per la parte relativa agli effetti della comunicazione. Necessario un ulteriore potenziamento a livello informatico. | |
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Le aliquote potrebbero essere modulate nel contratto unico di cui al punto 1 in base al livello di ingresso e dell’esperienza lavorativa | |
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A suo tempo è stato introdotto il sistema “Comunica”. | |
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Necessaria un stretta collaborazione tra istituti previdenziali e istituti di credito.ValiditĂ temporale portata a 180 gg dal D.L. 69/2013. | |
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– incrocio con le banche dati previdenziali ei Centri Impiego. All’atto dell’assunzione la procedura di comunicazione di avvio al Centro Impiego risulterebbe “bloccata” o “scartata” per mancata regolaritĂ contributiva. | Risulterebbe necessario attivare la procedura unica di cui al punto 4. |
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Necessario incrocio dati tra piĂą enti pubblici (Ulss, Inps e Inai) | |
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Necessario incrociare dati tra Agenzia Entrate e Istituti previdenziali |