Settimana lavorativa di quattro giorni: al via la sperimentazione in Belgio

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Bollettino ADAPT 22 gennaio 2024, n. 3
 
Negli ultimi tempi si stanno moltiplicando in diversi Paesi le sperimentazioni legate alla settimana lavorativa c.d. corta. Un ultimo studio pilota, condotto dal Bureau fédéral du Plan in collaborazione con il dipartimento di economia dell’Università di Gent, è stato avviato proprio in questi mesi in Belgio ed è volto a verificare gli effetti della riduzione della settimana lavorativa a quattro giorni sul benessere dei lavoratori e sulla produttività.
 
Lo studio si colloca in continuità con le numerose sperimentazioni sulla riduzione della settimana lavorativa a parità di retribuzione condotte in diversi Paesi e, in particolare, ha come precedenti dichiarati i progetti attuati in Regno Unito, dove la sperimentazione ha coinvolto più di sessanta aziende di differenti settori, in Svezia, dove la settimana lavorativa corta è stata testata nel settore delle case di riposo, in Islanda, che ha sperimentato la riduzione delle giornate lavorative nel lavoro pubblico, in Spagna, dove il progetto pilota sulla settimana corta è stato attuato per l’intera città di Valencia, in Portogallo, che ha avviato una sperimentazione che ha coinvolto 39 aziende di diversi settori, e in Germania, dove sono stati condotti studi nel settore della metalmeccanica (sul caso tedesco si veda D. Porcheddu, Si può lavorare meno a parità di salario? Alcuni aggiornamenti dalla Germania, in Boll. ADAPT, 2 ottobre 2023, n. 33).
 
Per quanto riguarda il Belgio, lo studio sulla settimana lavorativa di quattro giorni trae origine da una richiesta del Ministero del Lavoro, ma, in realtà, l’interesse per la riduzione dell’orario lavorativo risale ad un dibattito avviato durante il periodo della pandemia, che ha coinvolto non solo i sindacati, che tradizionalmente sono promotori di istanze legate alla riduzione del tempo di lavoro, ma anche una parte dei datori di lavoro, che hanno visto nelle sperimentazioni in materia di orario di lavoro ridotto un modo per gestire al meglio il personale aumentando il benessere dei lavoratori e, quindi, la produttività.
 
La sperimentazione sulla settimana corta in Belgio, inoltre, è avvantaggiata da alcune disposizioni peculiari previste a livello nazionale, poiché sono previste importanti agevolazioni contributive nei casi in cui siano disposte riduzioni dell’orario lavorativo. In particolare, a partire dal gennaio 2004, ai datori di lavoro che applicano in maniera permanente una riduzione dell’orario al di sotto delle normali 38 ore settimanali è accordato uno sgravio contributivo – di durata variabile (da due a quattro anni) a seconda dell’entità della riduzione – pari ad almeno €400 per lavoratore per ogni trimestre, ma che è elevato fino a €1000 per lavoratore per trimestre nel caso in cui la riduzione sia combinata all’implementazione di schemi orari distribuiti su quattro giorni. Proprio lo strumento dell’agevolazione contributiva, quindi, è considerato dal Bureau fédéral du Plan il principale incentivo per diffondere la settimana corta, poiché, per accedere allo sgravio, le aziende devono attuare riduzioni dell’orario in maniera permanente e, quindi, implementare uno schema ad orario ridotto che possa superare la mera fase della sperimentazione.
 
Nello specifico, dunque, lo studio promosso dal Bureau fédéral du Plan si articola in due parti: una prima parte, volta ad esaminare gli effetti della settimana lavorativa di quattro giorni sul benessere dei lavoratori e sulla produttività, ed una seconda, che si concentra sullo strumento dell’agevolazione contributiva per verificarne l’idoneità rispetto all’obiettivo di incentivare la riduzione dell’orario di lavoro. Le aziende che aderiscono alla sperimentazione possono, in ogni caso, organizzare liberamente la settimana lavorativa, purché si attui una riduzione a quattro giorni a parità di retribuzione: è possibile, dunque, che la giornata libera sia fissa o variabile ed è possibile che sia goduta da tutti i lavoratori nello stesso giorno o a rotazione. Al termine dello studio, il Bureau fédéral du Plan consegnerà ad ogni azienda un rapporto che esamina, con riferimento alla singola azienda, gli effetti della riduzione della settimana lavorativa.
 
È prematuro immaginare quali saranno le risultanze dello studio e indubbiamente non saranno replicabili sic et simpliciter per altri contesti, poiché indissolubilmente legate al quadro normativo e socio-economico nazionale belga. Eppure è da sottolineare che la diffusione di ricerche sulla settimana corta e sulla riduzione dell’orario di lavoro testimonia un grande interesse nei confronti delle politiche sul tempo di lavoro, come dimostra anche l’ultima riduzione della settimana lavorativa prevista da alcuni contratti collettivi aziendali in Italia (ne hanno parlato di recente F. Seghezzi, M. Tiraboschi, Settimana lavorativa di quattro giorni e mestieri di serie A e serie B, in Avvenire, 6 dicembre 2023, poi in Boll. ADAPT, 11 dicembre 2023, n. 43). È ancora presto per prevedere quali saranno gli esiti e gli effetti di questo dibattito a livello internazionale e nei singoli ordinamenti nazionali, ma è certo che quello dei tempi di lavoro sarà un tema centrale nei prossimi anni che i decisori politici e le parti sociali saranno chiamati ad affrontare, anche percorrendo strade nuove e inedite.
 
Francesco Alifano

Scuola di dottorato in Apprendimento e innovazione nei contesti sociali e di lavoro

ADAPT, Università degli Studi di Siena

@FrancescoAlifan

Settimana lavorativa di quattro giorni: al via la sperimentazione in Belgio