Dal blocco del turn over dei dirigenti, il pensionamento dei dipendenti che svolgono mansioni usuranti (infermieri, insegnanti) e il blocco delle consulenze si può favorire il ricambio generazionale creando 100 mila posti di lavoro nella pubbliche amministrazioni nel triennio. È una delle proposte dei sindacati illustrate nella conferenza stampa organizzata ieri, alla vigilia dell’incontro sulla riforma della Pa che si terrà questa mattina con il Ministro Marianna Madia.
Tra le 44 misure proposte dal Ministro per favorire il turn over c’è l’abolizione dell’istituto del trattenimento in servizio che nelle stime del governo potrebbe liberare 10 mila posti da destinare ai giovani nella Pa, ma il numero è sovrastimato, secondo i segretari Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni-Faverin (Cisl-Fp), Giovanni Torluccio (Uil-Fpl) e Benedetto Attili (Uil-Pa) che calcolano invece 5 mila nuove immissioni, giudicandole insufficienti.
I sindacati propongono una cura più drastica: «Si tratta di un ricambio generazionale di quasi il 5% degli organici spiega Faverin che cancellerebbe progressivamente lo scandalo delle consulenze e riporterebbe alla razionalità il numero degli uffici dirigenziali».
Come trovare le coperture economiche? «Per assumere 100 mila giovani occorrono 2,1 miliardi di euro in un triennio continua Faverin 200 milioni all’anno. Le coperture ci sono, basta tagliare gli incarichi di consulenza: via la metà già dal 2015, con un risparmio di 50o milioni, il 70% nel 2016, risparmio di 700 milioni, per arrivare al taglio del 100% nel 2017, con i miliardo da mettere in cassa».
Nel mirino dei sindacati anche la dirigenza: «I dirigenti sono troppi, se si riducono gli enti aggiunge Faverin. Oggi hanno un costo di circa 20 miliardi all’anno. Bloccare per un triennio il turn-over dei dirigenti porterebbe un riequilibrio del rapporto management-dipendenti, con risparmi dell’ordine di un miliardo all’anno». Queste risorse, sempre secondo i sindacati, potrebbero essere utilizzate per assumere i giovani che costano molto meno, ma anche per la formazione e per l’investimento nei quadri intermedi.
Inevitabile un accenno sulla questione del contratto scaduto da 5 anni e la disponibilità manifestata del ministro Madia ad affrontare il tema a partire dal prossimo anno: «Siamo soddisfatti che il governo abbia assunto il 45° punto sul rinnovo dei contratti», spiega Dettori, auspicando «un confronto vero». Torluccio teme «un ennesimo spot pubblicitario» e avverte «se non ci saranno risposte, saremo costretti a mobilitarci».
Altro tema “spinoso” la mobilità volontaria, che dicono i sindacati «va incentivata anzitutto elaborando tabelle di equiparazione», e inoltre con «procedure che rendano conosciuti e accessibili i posti vacanti e con bandi di mobilità intercompartimentale». La mobilità «va associata sempre alla formazione «con costi a carico sia dell’amministrazione cedente che di quella ricevente».
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Stop a consulenze e più ricambio I sindacati rilanciano: margini per assumere 100 mila giovani