Il governo ha dunque deciso, con un decreto legge, di cancellare i buoni lavoro e di ripristinare la responsabilità solidale negli appalti, rendendo così non più necessari i due referendum promossi dalla Cgil. Per farlo è andato, nel caso dei voucher, anche oltre le richieste del presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, degli scissionisti del Pd e del Movimento 5 Stelle che tutti chiedevano in vario modo di mantenere forme di regolamentazione e remunerazione trasparente del lavoro occasionale, per il quale altrimenti non resta che tornare al nero. Perfino la Cgil, nella sua proposta di legge di iniziativa popolare sulla Carta dei diritti del lavoro depositata in Parlamento, propone, agli articoli 80 e 81, una disciplina di queste attività, riformando ma non abolendo il sistema attuale. Il lavoro occasionale verrebbe infatti riservato solo a poche categorie (studenti, disoccupati, pensionati) per piccoli lavori da remunerare, per non più di 2.500 euro l’anno, con «schede» (la Cgil li chiamerebbe così i nuovi buoni) sempre del valore di 10 euro lordi (7,5 netti) per un’ora di prestazione…
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