Venticinque anni di ADAPT: un progetto che continua

Bollettino ADAPT 7 gennaio 2025, n. 1

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Il 2025 porta con sé la ricorrenza dei 25 anni di vita di ADAPT, l’associazione che ho contribuito a fondare nel 2000 con Marco Biagi (qui lo Statuto fondativo). Sua l’idea. Sua anche la scelta del nome fatta ispirandosi a uno dei pilastri fondanti della Strategia europea per l’occupazione del tempo, quella della adattabilità di lavoratori e imprese, in cui molto credeva e per cui si stava spendendo a Bruxelles come consulente di Romano Prodi. Oggi parleremmo di uno spin off o start up innovativa, avviata da due docenti universitari e un manipolo di studenti di belle speranze, animati dal desiderio di contribuire a un nuovo modo di fare università, un progetto che mettesse per davvero i giovani al centro della ricerca e della progettazione sui temi a noi cari del lavoro e della contrattazione collettiva.

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L’inizio dell’anno potrebbe indurre ora a un elenco di buoni propositi per quanto ancora resta da fare rispetto a questo progetto, ma eviteremo di cadere in questa trappola.

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L’impegno resta sempre quello di lavorare di più e meglio, di cercare sempre l’innovazione e nuove sfide e soprattutto di conservare la reputazione e la libertà che, col tempo e con non pochi errori o ingenuità, ci siamo conquistata sul campo facendo di ADAPT un terreno neutro di confronto e dibattito pubblico nella prospettiva di costruire assieme il futuro del lavoro.

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Resta certamente un doveroso spazio per i bilanci e per valutare in profondità e con mente aperta la bontà di quanto sin qui fatto. Questo sicuramente faremo nel corso di questo anno che verrà accompagnato con iniziative appositamente dedicate a questa esperienza di innovazione.

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Soprattutto resta forte il desiderio di un rilancio del progetto di ADAPT ripensando non solo a formule e metodologie di ingaggio dei più giovani, a partire dal dottorato e dall’apprendistato di ricerca, ma anche a come coinvolgere sempre di più la vasta comunità di quanti ci seguono e sono affezionati al nostro contributo. Un contributo che svolgiamo con spirito di servizio e sempre con la determinazione e direi anche il “coraggio” di prendere posizioni chiare e nette sui temi più divisivi.

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Nei giorni successivi all’assassinio di Marco Biagi ero convinto che questo progetto si sarebbe presto arenato senza la sua sapiente guida e le sue potenti intuizioni. Se siamo ancora qui, dopo venticinque anni, è solo grazie a chi ha creduto in noi e per questo ringrazio tutti voi, i nostri quindicimila iscritti al bollettino ADAPT, assieme a nostri soci, che hanno garantito con generosità e determinazione la sostenibilità del progetto.

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ringrazio anche i tanti giovani, più di un migliaio tra dottorandi, apprendisti, talenti, che in questi lunghi anni hanno creduto nella nostra proposta educativa e formativa. Giovani che hanno davvero preso in mano il testimone provando a praticare, nel percorso di apprendistato con noi, questo modo nuovo di fare università dove la contaminazione e il dialogo in termini di pari dignità tra la teoria e la pratica sono la regola.

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Michele Tiraboschi
Professore Ordinario di diritto del lavoro

Università di Modena e Reggio Emilia
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Venticinque anni di ADAPT: un progetto che continua